Il 3 Marzo i lavoratori del trasporto aereo in piazza a Porta Pia a Roma

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  "Da un anno la pandemia da Covid-19 ha trascinato tutto il trasporto aereo in una crisi senza precedenti, dalla quale non usciremo a breve. Una crisi che non risparmia nessuna realtà incluse quelle legate all’indotto, che ha ridotto il traffico del 80% e licenziato migliaia di precari."

  Lo sostiene in una nota L'Unione Sindacale di Base che aggiunge: "La gravissima situazione in cui si trovano gli 11.000 dipendenti di Alitalia a causa dei colpevoli ritardi della politica, l’assenza di progetti verso le crisi conclamate come quella di Airitaly e le altre mancate scelte su manutenzione e handling, non ultimo i rinnovi delle casseintegrazioni in scadenza delle aziende aeroportuali, oltre al fondo di solidarietà del trasporto aereo che sta terminando, insieme alle mancate risposte ai precari, sono il banco di prova imminente di cosa pensa di fare il Governo con il lavoro e il futuro di decine di migliaia di dipendenti del trasporto aereo, diretti e dell’indotto.

   Il mutato quadro politico, con l’avvento del nuovo Governo, lascia presagire che il settore del Trasporto Aereo potrebbe continuare a non essere considerato, come in precedenza, un asset strategico per lo sviluppo e la ripresa del traffico turistico e commerciale. Tocca a noi, a tutti i lavoratori del settore imporre al Governo e all’agenda politica,- sottolinea Usb - la necessità di invertire decisamente la rotta. Già da novembre il sindacato è sceso in piazza per chiedere alle Istituzioni un intervento complessivo su tre punti essenziali: 1) Il piano emergenziale di protezione del lavoro fino alla fine della pandemia deve sostenere il lavoro e tutti i lavoratori della filiera del trasporto aereo, garantendo le condizioni ottimali per far fronte alla ripresa dell’attività ad emergenza conclusa.

   Per fare ciò occorre: Estendere il divieto dei licenziamenti fino alla fine della crisi, garantire, estendere e rendere più adeguati gli ammortizzatori sociali necessari che mantengano le persone nel posto di lavoro insieme al rifinanziamento urgente del fondo di solidarietà. Le migliaia di lavoratori precari e stagionali di tutte le articolazioni delle attività aeroportuali (Gestioni, Handlers, vettori, commerciali ecc) sono praticamente diventati “invisibili” e hanno il diritto di essere tutelati nel reddito e garantiti circa la ripresa della loro attività.

   E ancora: Imprimere una moratoria in tutto il settore sui cambi di appalto, clausole sociali e di tutte le forme di dumping sociale, ancora attive in questo momento e che negli anni hanno destrutturato l’intero sistema aeroportuale, facendo sì che la concorrenza più che sull’ottimizzazione del servizio offerto si sia basata esclusivamente sull’abbattimento dei diritti salariali e normativi dei lavoratori.

   Rendere operativi interventi di sostegno alle aziende che hanno subito enormi danni dalla fase pandemica. Nel caso degli Handler, tra le aziende più colpite e già in forte difficoltà, le cifre previste sono del tutto inadeguate. ? Costituire un bacino di lavoratori e competenze per le future assunzioni, che tenga conto di tutte le categorie che operano nell’ambito aeroportuale. 2) Il piano di interventi pubblici per il rilancio di un settore strategico, oltremodo necessario attraverso la riappropriazione degli asset più pregiati e necessari al rilancio:ciò è possibile, innanzitutto attraverso una NAZIONALIZZAZIONE VERA di Alitalia, che se liberata dai dettati europei, può assumere dimensioni adeguate e mantenere l’unicità aziendale, recuperando e internalizzando tutte le attività a partire dalla ricostituzione di un polo manutentivo di eccellenza, attraverso l’internalizzazione di Atitech e IAG, che potrebbe garantire il controllo diretto di tutti i processi manutentivi e offrire servizi di full-maintenance ad altri vettori.

   Il ripensamento del ruolo dello Stato nell’ambito del Trasporto Aereo, partendo dalla privatizzazione degli Aeroporti, ha di fatto messo nelle mani di alcune aziende private come nel caso dei Gestori, la parte che genera nella maggioranza dei casi, fatturati elevatissimi. Non è più possibile, assistere inermi a tale situazione. Riequilibrare la filiera del valore tra gestori e handling, puntare alla salvaguardia e al riordino degli aeroporti e alla loro ripublicizzazione è la strada da perseguire senza tentennamenti.

   E’ necessaria inoltre la salvaguardia del ruolo pubblico di ENAC e il rientro di ENAV nello Stato. 3) L’avvio delle riforme strutturali attese da anni: La crisi pandemica ha enormemente accentuato le storture già radicate nel trasporto aereo, manca di un quadro di regole uguali per tutti gli operatori del settore a protezione del lavoro, della salute della sicurezza e ciò non è più giustificabile. Quanto previsto dall’art.203 sui trattamenti minimi è solo un primo passo per evitare il dumping contrattuale ma serve un visione più ampia per ripristinare un quadro di regole omogeneo che eviti la concorrenza sleale addirittura sulla pelle dei lavoratori.

  Va avviato in tempi brevi un confronto con il Governo per mettere al centro queste tematiche e ricercare soluzioni condivise. Bisogna intervenire e farlo subito in uno scenario sempre più deteriorato! USB Trasporto Aereo insieme a Cub Trasporti, Assovolo e Acc lancia una manifestazione nazionale per il 3 marzo a Roma a partire dalle ore 10.00 per chiedere al Governo l’introduzione delle misure necessarie per salvaguardare il lavoro e il futuro dell’intero settore.