Il portale dell’ex Caserma San Carlo, ricavata sui bastioni storici
del Castello di Cagliari, sembra diventato di marzapane grazie a un
restauro che, molto benevolmente, potrebbe definirsi fantasioso.
Lo sostiene l'associazione Gruppo di Intervento Giuridico in una nota
a firma di Stefano Deliperi.
La nota aggiunge: "Ben poco si comprende della struttura originaria,
per non dire altro.
Si ignora se tale restauro sia stato autorizzato con le modalità
attualmente rilevabili.
La caserma venne realizzata nel 1738 con il re di Sardegna Carlo
Emanuele III su progetto di ingegneri militari quale sede del reparto
di cavalleria Dragoni di Sardegna (poi Cavalleggeri di Sardegna) ed
ebbe funzione militare (Genio, Intendenza, Carabinieri) giungendo ad
ospitare 300 soldati e 40 cavalli, fino alla fine dell’800, quando
venne sdemanializzata e venduta a Privati.
Durante la II guerra mondiale ospitò un reparto militare e venne
bombardata (1943).
Ora in parte è residenza privata, in gran parte è di proprietà del
Comune di Cagliari, adibita a centro museale (complesso Ghetto degli
Ebrei).
L’intero complesso è “bene culturale” (artt. 10 e ss. del decreto
legislativo n. 42/2004 e s.m.i., individuato con decreto 12 febbraio
2010, previa verifica dell’interesse culturale su istanza di parte).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha
inviato (26 agosto 2020) una specifica istanza di accesso civico,
informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti
riguardo il restauro in corso, coinvolgendo il Ministero per i Beni e
Attività Culturali e Il Turismo, la Soprintendenza per Architettura,
Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, il Comune, i Carabinieri del
Nucleo tutela patrimonio culturale.
Si auspicano - conclude GriG - rapidi accertamenti e i provvedimenti del caso".