Ambulatori blindati, 1000 Informatori Scientifici del Farmaco della
Sardegna hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas e
all’assessore Mario Nieddu di poter tornare a incontrare di persona i
medici di famiglia, riavviando l’attività di informazione scientifica
sospesa a causa della pandemia da Covid-19.
L’istanza inviata alla
Regione a nome di tutta la categoria porta la firma di Arturo Uleri,
coordinatore per la Sardegna della Federazione delle associazioni
italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco.
I professionisti
del settore chiedono di poter entrare a pieno titolo nella Fase 2 ed
essere considerati con pari dignità e diritti di tutti i lavoratori.
Grazie alla loro preparazione - spiega Uleri - sono in grado di
superare le incertezze delle ordinanze che ancora una volta hanno
inspiegabilmente prorogato la data di ripresa della propria attività e
ritengono che questa sia una decisione presa senza un’adeguata
spiegazione, quasi a voler considerare questo professionista un
rischio aggiunto, in ambiente ambulatoriale, alla diffusione del
virus.
In questa Fase2 verranno ravviate numerose altre attività, in
merito alle quali, probabilmente il rischio di contagio e diffusione
del virus, sarà ulteriormente accentuato.
L’informazione da remoto non
è certo l’essenza di questa professione che al contrario, si basa sul
contatto diretto per uno scambio di informazioni istantaneo con tutto
il personale sanitario interessato.
L’Informatore Scientifico del
farmaco - tiene a precisare Uleri - deve essere considerato un
consulente del medico, come lo è di fatto e in base a quanto sancito
dal D.lgs 219/06.
Gli informatori farmaceutici chiedono di poter
accedere presso gli studi della medicina di famiglia e i pediatri di
libera scelta, attraverso appuntamenti programmati, seguendo i rigidi
protocolli contro il Covid-19 e, nel rispetto della delibera numero
51/21 del 18/12/2019.
“Chiediamo al presidente Solinas - conclude il
coordinatore regionale della Federazione - solo di poter riprendere
l’attività di informazione scientifica del farmaco, così come già
autorizzata in tante altre regioni d’Italia, per scongiurare gravi
ripercussioni di carattere occupazionale e per assicurare continuità
nella informazione farmaceutica ai medici di base e ai pediatri”.