"E’ ormai evidente a tutti che Air Italy a guida Qatar si trovi su un
binario morto, mentre la domanda è per quanto tempo ancora è
tollerabile il nulla che gli azionisti stanno producendo sulla
Compagnia".
Lo sostiene l'Unione Sindacale di Base che aggiunge : "
Da mesi aspettiamo di avere una qualche notizia su un piano
industriale degno di questo nome mentre nel frattempo si sono chiuse
le basi di Cagliari, gli hangar a Olbia, appaltato gran parte delle
attività di volo a compagnie bulgare e la stessa sorte toccherà anche
al call center.
In occasione della nascita di Air Italy si è parlato di almeno 50
macchine, grandiosi progetti sul lungo raggio e oggi ci ritroviamo con
un pugno di mosche, coi lavoratori che si chiedono quanta verità ci
fosse nelle parole dei manager e soprattutto quali siano le reali
intenzioni degli stessi: crescere e sviluppare oppure cosa?
Al momento
siamo al COSA.
Non è più un problema di fondi (di cui Qatar e Akfed dispongono, né di
know-how, di cui Qatar dispone) ma solo di volontà ad investire.
Non c’è che dire, un gran bel risultato per una operazione definita
come un successo dall’allora governo Renzi, pagata con 1400 tra
fuoriuscite volontarie/licenziamenti e tagli salariali del 20% per i
naviganti. Un’altra prova inconfutabile che non si produce niente di
buono regalando le aziende e garantendo ristrutturazioni a danno del
fattore lavoro.
Il punto è che non possiamo rassegnarci alla lenta e triste agonia di
Air Italy. Dopo tre anni di niente, adesso tocca ripensare un futuro
per quella che un tempo era la seconda compagnia aerea italiana oltre
che la seconda azienda della Sardegna.
Questo non può che avvenire dentro la questione di una riforma
strutturale - conclude il sindacato - di tutto il settore che macina
milioni di passeggeri in più ogni anno allo stesso ritmo con cui
continua a distruggere aziende italiane e migliaia di posti di
lavoro".