"In accordo con la Regione va fatto un bando internazionale di projet
financing per l'individuazione di un gestore internazionale del
palazzo dei congressi di Maria Pia specializzato in meeting &
Incentive per la trasformazione dell'impianto in un hotel finalizzato
alla congressistica. Sempre per Maria Pia va adottato un master plan
ecocompatibile con gli impianti sportivi, il parco urbano e la
ricettività verde, al servizio dei cittadini e dei turisti". La tesi è
contenuta in una parte importante del programma del Partito
Democratico condivisa dalla coalizione di centro sinistra che aveva
candidato a sindaco Mario Bruno.
Coalizione che non è arrivata neanche
al ballottaggio nonostante, o forse per questo, il sindaco uscente.
La tesi la spiega Enrico Daga, esponente del PD ma forse soprattutto
in veste di imprenditore e quindi con conoscenza diretta delle
problematiche delle imprese legate al fenomeno turistico che ora si
apprestano a vivere l'ennesimo inverno terribile dopo la partenza di
Ryanair verso lo scalo di Elmas a Cagliari. "Anziché piangerci addosso - dice Enrico Daga - pietire risorse senza
avere la minima idea di cosa farne, anziché fare i sit-in in Regione
perché è più d'effetto, perché non rimboccarci le maniche, perché non
pensare di valorizzare ciò di cui disponiamo? Serve rafforzare
Alghero. Servono nuove infrastrutture a supporto dei turismi".
Ma anche queste sono soltanto parole.
"No, sono fatti - replica Daga - partiamo da alcuni dati di fatto:
c'è una gigantesca colata di cemento per cui si sono spese decine di
milioni di euro, ritrovandoci volumetrie inespresse che gridano allo
scandalo per inutilità e bruttezza. È un'inerzia delle istituzioni che
urla vendetta". E' evidente il riferimento al Palazzo dei Congressi
di Maria Pia, monumento alla incapacità gestionale della pubblica
amministrazione, in questo caso quella regionale.
"Quale è la nostra proposta? Chiediamo alla regione di promuovere un
bando internazionale per consentire a catene alberghiere che fanno il
mestiere di gestire hotel per "incentive e congressi" di scommettere
sul nostro territorio. Ecco i punti di forza: siamo fronte mare, a
pochi chilometri dall'aeroporto, in una delle isole più importanti e
belle del Mediterraneo".
Poi entra nel merito: un palacongressi con annessa (non a fianco!)
struttura alberghiera da edificare in incremento di volumetrie, con
possibilità di ampliare la gamma dei servizi. In pratica il centro
congressi dovrebbe essere letteralmente "fasciato" dalla
realizzazione di una struttura alberghiera. Le ricadute: minimo
l'assunzione diretta di 200 dipendenti, un migliaio di posti di lavoro
nell'indotto, creazione di una nuova stagione.
Ma non solo: la struttura può fungere da polo del benessere, da polo
degli eventi, restare aperta gran parte dell'anno, può "dialogare" con
l'Ospedale Marino che può essere riconvertito anche in alleanza con
privati accreditati, in un polo di eccellenza nella riabilitazione
ortopedica di pazienti provenienti dal Nord Europa".
Un progetto per risolvere almeno quattro grandi questioni: "Rilanciare Alghero come meta del turismo congressuale, per la quale
ha una evidente vocazione naturale, rifunzionalizzare il Palazzo dei
congressi, che oggi come oggi è uno spreco ingestibile, ripensare
quell’obbrobrio anche dal punto di vista architettonico, anche in
funzione della necessità di armonizzarlo al contesto naturale in cui
insiste e all’ipotesi del parco urbano da realizzare a Maria Pia,
vincere la battaglia dei cieli grazie alla ridefinizione della
“destinazione Alghero”, basata sull’individuazione di nuovi mercati e
di nuovi flussi".
Il tempo passa e il Palazzo dei congressi è sempre
chiuso. Il ragionamento di Enrico Daga merita indubbiamente una
attenta riflessione, c'è da chiedersi per quale ragione il Partito
Democratico non lo ha proposto nel momento in cui sosteneva il sindaco
Mario Bruno.
"Non siamo stati ascoltati" - commenta l'esponente del Pd che
aggiunge: "Trasformiamo quello spreco in un grande albergo con un
centro congressi nella pancia anziché rilasciare concessioni edilizie
per alberghi nei paraggi con la promessa di prenderlo in gestione
magari a titolo gratuito. Il centro congressi non può diventare merce
di scambio per l'edificazione alberghiera a Maria Pia".
Dopo tanto silenzio istituzionale Enrico Daga è ora un fiume, forse
perchè si sente anche più libero dagli orpelli dle pensiero unico: "Da punto di vista progettuale, sarebbe l’occasione per nascondere
quel mostro dietro una facciata pensata bene, con uno studio
architettonico in grado di renderlo meno impattante rispetto al
contesto".