L'ordinanza, emessa già nel 2009, vieta la coltivazione delle fave
all'interno del centro abitato ed entro cento metri dalle ultime case
periferiche, così come come è vietata la coltivazione nei terreni
circostanti le abitazioni nell'agro e per un raggio di cento metri
dalle case. Anche per la vendita sono previste alcune importanti
prescrizioni: le fave devono essere preconfezionate in sacchetti
sigillati ai sensi di legge e con l'apposita dicitura “avviso per i
cittadini a rischio di crisi emolitica da favismo: in questo esercizio
commerciale sono in vendita (sono esposte) fave fresche".
I ristoranti
e le attività commerciali simili dovranno affiggere un cartello, bene
in vista all'ingresso. Sono previste sanzioni sino a cinquanta euro;
qualora vengano ravvisati gli estremi di reato ci potrebbe essere la
denuncia ai sensi dell'articolo 630 del codice penale.
«Ho ricevuto alcune segnalazioni che mi hanno preoccupato – spiega il
sindaco Sean Wheeler – ricordo che il solo contatto con le fave o i
pollini può causare delle gravi crisi emolitiche che possono mettere a
repentaglio la vita delle persone affette da favismo. Invito quindi a
rispettare le regole, in modo da tutelare la salute di tutti i
cittadini».