Alghero: da lunedì fermo biologico per la pesca del riccio di mare - Si conclude una stagione compromessa dalla mancanza del prodotto a causa del bracconaggio

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  Il prossimo 15 di aprile scatterà il fermo biologico per la pesca del riccio di mare. La caccia al prelibato frutto di mare era cominciata il 15 novembre dello scorso anno. Ed era cominciata male. A differenza del passato il prodotto, sempre abbondante nei mari della Riviera del Corallo, fin dall'inizio della stagione di pesca è mancato in misura consistente come denunciato dagli stessi pescatori algheresi. Ma non si pensi che il " bogamarì" sia andato a svernare da altra parte del Mediterraneo : il riccio di mare dle golfo di Alghero è stato al centro di una azione di bracconaggio protrattasi chissà per quanti mesi e in pieno fermo biologico. Azione sventata dalla Guardia di Finanza di Alghero, in stretta collaborazione con la sezione Navale, che nell'estate scorsa mise a segno una operazione che probabilmente è servita a ridurre devastazioni ancora più importanti.

  Le Fiamme Gialle hanno infatti individuato 5 bracconieri, tutti di origine campana, che ad Alghero avevano preso casa dotandola di frigoriferi dove i Finanzieri hanno trovato 111 vasetti per complessivi 31 chili di polpa . Per raccogliere quel consistente quantitativo i bracconieri hanno dovuto raccogliere come oltre 25 mila ricci. Il tutto naturalmente in periodo di fermo biologico, quando la specie sta crescendo. Va da se che i Finanzieri non hanno bloccato i bracconieri alla loro prima uscita in mare, quindi è facile presupporre che , sempre durante il periodo di fermo biologico, sono state portate a segno ulteriori razzie. Parlare dunque di disastro ambientale non è affatto fuori luogo.

   In presenza di una catastrofe di questo genere che ha colpito uno dei simboli della costa algherese, determinando ripercussioni negative anche sul piano economico, nessuna iniziativa è stata assunta dalla amministrazione comunale algherese in difesa del proprio patrimonio ambientale. La distruzione di 25 mila ricci di mare, ma chissà da quanto tempo andava avanti l'operazione di bracconaggio, non è apparsa agli amministratori una ragione valida per assumere iniziative mirate a difendere il proprio patrimonio ambientale. E mai come quest'anno il settore della pesca dei riccio, nel quale i pescatori titolari di licenza regionale sono poco meno di una quindicina, in tutta la Sardegna sono circa 180, ha registrato una pesantissima contrazione determinando non pochi problemi anche nel mondo della ristorazione locale dove la polpa del riccio è una delle eccellenze della gastronomia algherese.