Mentre i giornali finanziari si apprestano a presentare mega risultati
e maxi cedole a favore degli azionisti, l'Enel annuncia un piano di
esternalizzazioni per la sorveglianza delle dighe che comprendono
impianti di produzione di energia elettrica.
FederEnergia CISAL denuncia i mancato rispetto degli impegni da parte
dell'Enel che, doveva garantire occupazione e il monitoraggio della
stessa assieme alle OO. SS. delle Sardegna. Non solo, vengono traditi
anche gli impegni con regione ed enti locali, ai quali l'azienda aveva
garantito di sovraintendere alle dighe con personale interno e
proveniente dai territori dove insistono gli impianti della Sardegna.
E per quanto riguarda FederEnergia Cisal, gli organici della Sardegna
si assottigliano sempre di più.
Tanto che, non vorremmo però pensare
che alcune scelte aziendali giusto appunto, si realizzino per colmare
i vuoti di organico, ma allo stesso tempo aprendo anche alle
esternalizzazioni.
Si evince, dalle comunicazioni aziendali riferite al tavolo nazionale
tenutosi il 22 marzo, che l'impianto interessato in Sardegna sia
quello compreso nel Bim del Taloro e precisamente in comune di Gavoi e
che si affaccia sul lago Gusana.
Franco Peana della Segreteria Regionale FederEnergia CISAL:
"Siamo contrari alle palesate iniziative aziendali e lo abbiamo
dichiarato anche al tavolo nazionale.
In questo impianto prossimamente non saranno più presenti per
garantire la guardiania della diga dei guardia dighe Enel, che si
avvicendano in turno, ma bensì dei possibili vigilanti, che non
necessariamente faranno parte di aziende Sarde, di cui non sapremo
neanche con quali contratti saranno assunti, ma che sulla base delle
esperienze vissute in queste categorie di Lavoratori, spesso
accrescono le situazioni di crisi e di precariato.
Di certo saranno
lavoratori che spariranno dai radar dei sindacati degli elettrici e
dal contatto di settore.
Riguardo l'attività nello specifico, non comprendiamo come l'Enel
possa ottemperare al ruolo di guardiania della diga, se in caso di
piena improvvisa, il personale terzo non può intervenire, ma solo
eventualmente telefonare ad un reperibile Enel che, deve raggiungere
la diga. L' azienda dovrà assumersi precise responsabilità in tal
senso.
Alla Cisal permane il dubbio che possa questa essere anche, una
possibile risposta di Enel alla Regione Sardegna, ed alle ultime e
inspiegabili operazioni messe in campo dalla precedente giunta a suon
di delibere regionali per riappropriarsi delle dighe della Sardegna
attualmente in concessione all'Enel.
FederEnergia CISAL non intende stare in silenzio e soprassedere e si
prepara a dare battaglia. Intendiamo salvaguardare quei posti di
lavoro che resistono in territori dove è rimasta solo l'industria
elettrica e il vuoto tutto attorno.”