Nell’ambito delle attività disposte dal Comando Provinciale di Sassari
a contrasto della produzione e spaccio di sostanze stupefacenti, i
militari della Compagnia di Alghero hanno scoperto un impianto di
produzione di marijuana nascosto in una grotta. Le Fiamme Gialle, a
seguito di un’accurata attività investigativa, hanno scoperto che
all’interno di una gola naturale tra la strada Alghero Bosa ed il mare
- più in particolare nella zona nota come “Cascate Istrampu de Su
Segnore” nel Comune di Villanova Monteleone - era stato ingegnosamente
ricavato un sistema estremamente efficace per la coltivazione,
l’essiccazione, lo stoccaggio e la preparazione della sostanza
stupefacente.
I finanzieri sono riusciti ad arrivare sul posto con non poche
difficoltà – considerato il terreno impervio, la fitta vegetazione e
la notevole pendenza – anche grazie al contributo della locale Sezione
Operativa Navale che ha fornito il proprio supporto logistico
permettendo ai militari di sbarcare su una vicina spiaggia per poi
risalire attraverso un ruscello sino all’imboccatura della grotta.
La Fiamme Gialle si sono dovute adattare anche al ruolo di scalatori
vista l'inaccessibilità del sito peraltro nascosto anche dalla macchia
mediterranea.
Una operazione che va ben oltre il quantitativo di droga recuperata,
che comunque è consistente, e che rileva lo straordinario impegno che
viene profuso dal corpo nella lotta alle attività illegali.
Tornando all'operazione i finanzieri una volta all'interno della
grotta hanno trovato 8 scatoloni di cartone contenenti 6 Kg. di
marijuana pronta per essere smerciata, opportunamente cautelata da
teli per la protezione dalle intemperie.
Oltre a ciò, è stato trovato un sistema di essiccazione delle
infiorescenze, ricavato grazie al tassellamento di alcuni chiodi alla
roccia, una bilancia digitale di precisione, del fertilizzante, altro
materiale atto alla coltivazione e alcuni tronchi secchi di piante di
cannabis.
Nelle immediate vicinanze erano stati installati e nascosti tra la
vegetazione alcuni serbatoi collegati al vicino ruscello ed un sistema
di irrigazione “a goccia” idoneo ad innaffiare le piante.
La zona, attualmente adibita a mero deposito della sostanza, era stata
trasformata, dunque, in un vero e proprio laboratorio artigianale, ma
estremamente efficace, per la produzione della sostanza stupefacente.
Sono in corso approfondite indagini per risalire al proprietario del
fondo ed ai produttori della droga sequestrata che immessa sul mercato
illegale di Alghero avrebbe alimentato lo spaccio soprattutto nei
confronti dei più giovani.