Alle prime luci dell’alba, in Castelsardo, i Carabinieri della
Compagnia di Porto Torres hanno dato esecuzione a cinque misure
cautelari emesse dal Tribunale di Sassari nei confronti dei presunti
responsabili del decesso per overdose di Roberto Borrielli, avvenuto
il 2 luglio 2018 all’interno di un terreno abbandonato nella periferia
del paese.
Le risultanze investigative raccolte dalla Stazione di Castelsardo -
che ha operato in simbiosi con il Nucleo Operativo della Compagnia di
Porto Torres – hanno permesso infatti di ricostruire accuratamente gli
ultimi momenti di vita della vittima, che secondo l’esito dell’esame
autoptico è deceduta per “tossicosi acuta da assunzione di
stupefacenti”.
Oltre ad aver individuato lo spacciatore che gli aveva ceduto i
grammi di cocaina “fatali”, i militari dell’Arma hanno disarticolato
una florida attività di spaccio di cocaina e altre sostanze psicotrope
che vedeva protagonisti proprio i cinque indagati e come base
operativa la cittadina di Castelsardo.
Il risultato è stato conseguito attraverso metodi tradizionali
d’indagine ma anche grazie ad intercettazioni telefoniche, che hanno
consentito ai militari di raccogliere i gravi e concordanti indizi di
colpevolezza che sono stati pienamente condivisi in primis dal
Pubblico Ministero titolare dell’indagine e conseguentemente dallo
stesso Giudice per le Indagini Preliminari.
Durante le intercettazioni, l’attività di spaccio è stata ampiamente
monitorata nonostante il tentativo di dissimularla con l’utilizzo di
linguaggio criptico ed elusivo finalizzato a fissare gli appuntamenti
lontano da occhi indiscreti per poi cedere metadone e/o cocaina in
tutta tranquillità.
In particolare B.P., classe ‘63, è indagato per aver cagionato la
morte di Roberto Borrielli cedendogli l’ultima e letale dose di
cocaina nonché per avere, nel periodo compreso tra i mesi di luglio e
settembre 2018, spacciato quantità consistenti di droga nella piazza
di Castelsardo a più di dieci persone, tutte segnalate alla Prefettura
di Sassari come assuntrici di stupefacenti.
Proprio in considerazione della pericolosità sociale del B.P., sono
state ravvisate esigenze cautelari personali e pertanto i Carabinieri
gli hanno notificato la misura degli arresti domiciliari presso la sua
abitazione, imponendogli il divieto di comunicare con ogni mezzo.
Nel corso di diverse perquisizioni domiciliari i militari hanno
rinvenuto altra droga del tipo cocaina e circa 4.500 euro in contanti
in banconote di piccolo taglio che gli investigatori hanno sequestrato
ritenendole provento dello spaccio. Ai restanti quattro indagati i
militari hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di
presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria.