Lo spettro del pericoloso parassita della Trichinella è riapparso
minacciosamente nelle campagne di Orgosolo fra i maiali al pascolo
brado illegale abbattuti lo scorso 7 dicembre dal personale dell’Unità
di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana (PSA)
in Sardegna. La settimana scorsa, in diversi punti dell’agro del paese
del Supramonte, sono stati depopolati 108 capi ed è nel branco di 9
suini abbattuti in località “Hohosi” che è stata riscontrata la
presenza della Trichinella, dopo i controlli di laboratorio effettuati
dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) sui campioni
raccolti. La trasmissione del parassita rischia di aumentare nel caso
in cui, come più volte documentato dall’UdP, nelle campagne si abbia
contaminazione ambientale determinata dall’abbandono sui campi di
carcasse animali, non smaltite come previsto dalla legge, che
favoriscono il cannibalismo fra cinghiali o maiali domestici a pascolo
brado illegale.
Una situazione di degrado che, oltre all’aspetto più
meramente zootecnico, riguarda anche la presenza di manufatti abusivi
realizzati con materiali ferrosi, amianto o di recupero da vecchie
automobili che potrebbero determinare una contaminazione con metalli
pesanti e diossine anche a causa di roghi in cui sono stati dati alle
fiamme rifiuti di origine sconosciuta.
Controlli e sicurezza alimentare. “In Sardegna, i controlli sulla
Trichinella – ha spiegato Franco Sgarangella, responsabile dei
veterinari ATS per la PSA –, sono obbligatori su tutti i maiali
macellati e su tutti i cinghiali cacciati. Tali procedure sono dettate
dall’estrema pericolosità del parassita che potrebbe causare gravi
problemi di salute a chi inavvertitamente si dovesse cibare di carni
infette”.
L’appello ai consumatori arriva dal direttore generale dell’IZS,
Alberto Laddomada, che invita tutti i cittadini ad acquistare carni
sicure, certificate, provenienti da allevamenti regolari (come quelli
già presenti oggi anche a Orgosolo) e quindi sottoposte ai dovuti
controlli igienico-sanitari. “Ricordo a tutti i cittadini – ha
osservato Laddomada – di non mettere in tavola carni e salumi
acquistati dal mercato illegale, di provenienza ignota o addirittura
macellate clandestinamente senza gli indispensabili controlli dei
veterinari che attestino la salubrità dei prodotti. Con la Trichinella
infatti non si scherza: è pericolosissima per la salute dell’uomo e in
casi estremi può portare al decesso”.
La tradizionale preparazione dei salumi. Il periodo invernale
rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l’uomo,
poiché in questa stagione, tradizionalmente, molte famiglie macellano
il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta e
altri derivati.
Questi prodotti “fatti in casa” rappresentano la
principale sorgente di infezione perché non cotti ed è quindi
assolutamente necessario che tutti gli animali macellati o cacciati
siano sottoposti all’esame specifico per la ricerca della Trichinella,
prima del loro consumo.
Trasmissione e sintomi. Il parassita si localizza inizialmente a
livello intestinale per dare poi origine a una nuova generazione di
larve che migrano nei muscoli dove si incistano. La trasmissione
all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare con il consumo di
carne cruda o poco cotta contenente la larva del parassita. Il periodo
di incubazione è di circa 8-15 giorni, con variazioni da 5 a 45 giorni
a seconda del numero dei parassiti ingeriti. La trasmissione può
avvenire attraverso il consumo di carni suine (maiale e cinghiale) o
equine. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea, dolori
muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori,
fotofobia e febbre.
La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella.
Presente in tutti i continenti, tranne che nell’Antartico, è stata
segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3
specie di rettili e colpisce oltre 2.500 persone all’anno. Il
parassita è presente in Sardegna dal 2005 quando, in due distinti
focolai (aprile e dicembre), 19 persone finirono in ospedale con
sintomi clinici causati da grave infestazione di Trichinella. In
entrambi i casi, verificatisi a Orgosolo, venne accertata che
l’origine dell’infestazione era dovuta al consumo di insaccati freschi
provenienti da suini macellati senza controllo sanitario.
Nel 2007 un altro episodio coinvolse un essere umano, poi nessuna
segnalazione fino al gennaio 2011 quando è ricomparsa la malattia con
6 casi che hanno richiesto il ricovero in ospedale.
Il numero sarebbe
potuto essere molto più elevato se non si fosse adottata l’ordinanza
comunale, concordata con l’Assessorato regionale della Sanità, che
consentiva il controllo degli animali irregolari macellati per consumo
familiare nel comune di Orgosolo. Infatti, dopo aver confermato che la
fonte dell’infestazione nelle persone ricoverate erano stati, anche in
questo caso, gli insaccati provenienti da una scrofa macellata per uso
famiglia, nel periodo Gennaio–Marzo l’IZS di Nuoro esaminava 351
maiali, abbandonati allo stato brado nel territorio comunale di
Orgosolo senza alcun controllo sanitario, riscontrando positività per
Trichinella in altri 8 capi, prontamente esclusi dal consumo
alimentare.
La Trichinella, tranne un'unica positività riscontrata nel 2008 in un
cavallo importato dai Paesi dell’Est e macellato regolarmente in un
mattatoio della provincia di Cagliari, è stata rilevata fino a oggi
quasi esclusivamente nei territori dell’agro di Orgosolo. L’infezione,
dai primi focolai del 2005, si è diffusa in quasi tutto il territorio
del comune, avvicinandosi pericolosamente ai paesi limitrofi, in
particolare di Nuoro e Oliena.