"Buona sera, mio marito lavora in un supermercato di Alghero, nel
reparto macelleria. 20 mq e 4 persone, che non possono mantenere un
metro di distanza".
Comincia così una lettera inviataci da una lettrice evidentemente
preoccupata per la situazione determinata dalla diffusione del
coronavirus.
"L'azienda non dà mascherine, ma dei pannetti da attaccare alle
orecchie - continua - chi lavora in frutta e verdura ha da una
settimana la stessa mascherina. Mio marito ne ha una di stoffa e
dentro ci mette un panno. Non mi risultano controlli nei market da
parte dei Nas o dei vigili nonostante sarebbe utile farli proprio per
via dell'affollamento che favorisce il contagio."
La signora si chiede "Perché nessuno pensa a chi lavora là dentro" e
manifesta il forte timore: "Queste persone rientrano a casa, che cosa
dobbiamo fare, debbo obbligare mio marito a dormire in macchina?
Tra l'altro - aggiunge - non è possibile opporsi a questo stato di
cose , dobbiamo sopportare in silenzio anche perchè il lavoro di mio
marito è l'unico reddito della nostra famiglia".