Riflessioni di uno sportivo nell'era del coronavirus

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Ovviamente prevale al momento lo status di emergenza, decreti che si susseguono, parlamento che non si riunisce da tempo non riuscendo a dare un contraddittorio reale alla macchina decisionale e molto altro: Legittimo pensare che il movimento sportivo associazionistico di base sia un attimo messo da parte in nome e per conto di un emergenza decisionale. Il punto parte da lì, la gestione dell’emergenza: ma poi occorre un tavolo tecnico ordinato e in tempi molto celeri. Non sto qui a soffermarmi sull'importanza strategica e territoriale delle asd (e equiparate) nei tessuti sociali e ricreativi cittadini e di quartiere, i numeri sono talmente forti e lampanti che basta una comune ricerca per capire che un esercito di operatori, allenatori, dirigenti, collaboratori, atleti, praticanti e accompagnatori gravita attorno al nostro mondo. 

Un mondo fatto di quotidianità e scelte, costi e tempo (quasi sempre concesso gratuitamente) in nome di un tessuto sano, capillarmente presente e vivo. Il ministro Spadafora, il presidente Malagò e tutta la giunta CONI (ai quali sottoporrò questa lettera) possono essere protagonisti di una svolta epocale: Il definitivo rilancio sociale e culturale della macchina sportiva. Quale momento è più adatto per un cambio di passo? Riordino dei tavoli programmatici e del terzo settore, mettere fine alle guerre di condominio tra federazioni e enti di promozione, stimolare e incoraggiare convenzioni a livelli zonali, nazionali, regionali, cittadini e finalmente una diretta compartecipazione delle associazioni al buon funzionamento della macchina scolastica e sociale che coinvolga tutti, senza lasciare dietro nessuno. Ma intanto, prima di sforzarci a non mandare indietro finanziamenti europei vitali in nome di lungaggini comunicative politica-enti, molti dei quali sarebbero un' occasione unica per rilanciare plessi e impianti di quartiere, e mandare al prepensionamento forzato associazioni eccellenti, serve lavorare e ripristinare la macchina operativa comune. 

Le gestioni di palestre private e pubbliche, scuole di ballo, ginnastiche, piscine, attività ludico motorie estive e non, plessi calcistici, volley, basket e molto altro hanno dei costi altissimi; Le associazioni che si sforzano di partecipare a eventi, campionati e manifestazioni federali e promozionali nelle più disparate attività (nuoto, calcio, futsal, basket, volley, baseball, karate solo per citarne alcune ma sono tantissime le eccellenze vive) rinunciando sempre ai fine settimana in famiglia, necessitano di soluzioni non rinviabili; È indispensabile una moratoria freezer di 6 mesi per le utenze, un contributo sostanzioso sui canoni di locazione privati (o una convenzione stato/ente per quelli pubblici) e un sostegno agli istruttori abilitati, molti dei quali eccellenti preparatori non solo sportivi ma anche umani, tanti di loro sono parte integrante della vita sociale dei nostri bambini e ragazzi, ne percepiscono i cambiamenti a volte prima dei genitori stessi. 

Non disperdiamo questo tesoro, la professionalità si migliora sempre anche a volte con scelte formative antieconomiche in nome di una sconcertante passione, io lo percepisco e la respiro quotidianamente questa passione e voglia di migliorarsi, tra i nostri affiliati e anche tra quelli che non hanno canali collaborativi con il nostro ente, ma dei quali percepisco e osservo la passione. È il momento di stringere i denti, avere il coraggio di dare sostegno allo sport di base e la lungimiranza di programmare una svolta fragorosa e radicata in tempi di riflessione profonda, impariamo dalle crisi a ricostruire i pezzi mancanti e aggiungerne di nuovi. 

 Francesco Pepe 
 Presidente Nord Sardegna PGS