Alghero: Bachisio Bandinu in piazza Don Gallo per presentare "Noi non sapevamo"

Bachisio Bandinu
  Il Wwf e ISDE in collaborazione con la Libreria Cyrano, il comitato di quartiere del Centro storico e con il patrocinio del Comune di Alghero, martedì 26 luglio alle 19,30 nella piazza Don Gallo di Alghero, nel cuore della città antica, presenterà il nuovo libro di Bachisio Bandinu, “Noi non sapevamo”. Insieme all’autore, studioso di cultura popolare e intellettuale sardo, converseranno Carmelo Spada, delegato Wwf per la Sardegna e Vincenzo Migaleddu, presidente di ISDE (Medici per l’Ambiente).

   Il saggio di Bachisio Bandinu fornisce una lettura critica sul ritardo dei sardi nel leggere i segni dei tempi per fare scelte convenienti e capaci di valorizzare le proprie risorse che altri sfruttano a loro profitto. L’analisi osserva gli eventi decisivi degli ultimi cinquant’anni per fare una dolorosa constatazione: noi sardi “non sapevamo”; non sapevamo che nel turismo il vero capitale non è l'investimento finanziario, ma la qualità del bene ambientali; non sapevamo quale lascito di inquinamento, malattie e disoccupazione avrebbe portato l'industrializzazione petrolchimica. Oggi, noi sappiamo quali scelte fare negli investimenti economici e culturali?

  Sembrerebbe proprio di no, dato che l’ambiente non è visto come la risorsa fondamentale per la crescita della Sardegna. Al petrolchimico di ieri si sostituisce l’illusione della chimica verde di oggi? La sfida decisiva per la Sardegna contemporanea è la conoscenza, l'intelligenza delle scelte, la capacità di leggere il proprio tempo nel confronto con la globalità senza finzioni e demagogia. È fondamentale innalzare i livelli dell'apprendimento, dell’insegnamento scolastico e della formazione professionale: è tutta la società sarda che deve “andare a scuola” per fare scuola. Purtroppo la Sardegna vanta il triste primato dell’abbandono scolastico, il 25% contro la media nazionale del 17%.

   E’ necessario partire anche da questa constatazione amara per affrontare la sfida della modernità e del mondo globalizzato senza il ricatto dell’occupazione nell’immediato e con la consapevolezza, dimostrata dall’esperienza del passato, che non può esserci sviluppo senza equità intergenerazionale perché non si darebbe corso ad un vero progresso.