La Meta è ora il rilancio del Palazzo dei Congressi di Maria Pia

Andrea Delogu inaugura la sezione "L'intervista"

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Fare uscire dal letargo un gigante per anni abbandonato a se stesso non è impresa facile. Ci proverà la Fondazione Meta del presidente Andrea Delogu alla quale il Commissario del Comune, ingegner Michele Casula, ha trasferito le competenze per la gestione dell'impianto.

Siamo alla vigilia di Carnevale, sembra quasi uno scherzo.
"Non è uno scherzo, si tratta piuttosto di una questione molto seria e tanto è seria che la affronteremo con la massima determinazione. Il compianto Martino Lorettu quando ha voluto, da assessore regionale al Turismo, che il suo territorio avesse una carta da giocare nel turismo congressuale aveva visto giusto. Poi sono passati 25 anni da quell'intuizione ma questo è un altro problema. Quella carta noi la giocheremo e forse quel carico di difficoltà che un'impresa del genere comporta, sarà motivo di stimolo per riavviare un processo produttivo che non c'è mai stato".

Per far partire il gigante addormentato occorreranno fondi. E non pochi.
"Abbiamo la disponibilità di 500mila euro che giungono dalla Regione e altri 100mila li metteremo noi su mandato del Comune. Non sono grandi risorse ma su questa partita intendiamo allargare il fronte: albergatori, imprese dei servizi del turismo, agenzie di viaggio, tour operator legati al turismo congressuale, alle organizzazioni degli spettacoli e dei grandi eventi, anche realtà del territorio di valenza istituzionale. Penso all'aeroporto, alla Camera di Commercio, alla Provincia di Sassari. Dobbiamo far passare il concetto che il Palazzo dei Congressi ha una dimensione territoriale se non regionale".

Le buone intenzioni dunque ci sono, ma più concretamente? "Abbiamo in programma 2 o 3 convegni a settembre, a brevissimo vedremo gli organizzatori teatrali e credo che l'impianto, superati gli ultimi collaudi dei Vigili del Fuoco, comincerà ad accendere i motori molto presto".

Quanto costa accendere i motori?
"Diverse migliaia di euro al giorno. L'impianto avrà inoltre bisogno di arredi, di una riorganizzazione complessiva anche degli spazi. C'è tanto da fare".

A proposito di spazi, a Maria Pia ce ne sono in abbondanza.
"Se l'impianto deve nascere è necessario che venga utilizzato appieno. D'accordo con il Commissario abbiamo ipotizzato di coinvolgere le associazioni cittadine, che spesso soffrono problemi di spazi per la loro attività, e su questo stiamo predisponendo un programma. Pensiamo naturalmente di dotare l'impianto di bar, ristoranti, servizi in genere, e per quanto riguarda gli spazi esterni, campi da tennis, calcetto, e aree polifunzionali, è il momento che anche in quei siti ritorni si riprenda a svolgere quelle funzioni di servizio per le quali erano stati realizzati con risorse pubbliche".