Ogni cittadino europeo ha a disposizione circa 18,2 m² di spazio verde
urbano. Secondo i dati della Commissione Europea, infatti, il 40%
della superficie delle città è costituito da aree verdi, con
variazioni tra paese a paese. Mentre alcuni centri urbani, come Vienna
in Austria, hanno aree boschive all’interno dei loro centri cittadini
altri, come nelle regioni mediterranee, non hanno aree verdi.
Lo riferisce il bollettino di Anmbienteinforma che aggiunge : "
Secondo il rapporto del Sistema Nazionale per la protezione
dell’Ambiente (SNPA) l’Italia, per esempio, continua a coprire con
cemento, asfalto o altri materiali artificiali il suo territorio. Solo
nel 2018 sono andati persi 24 m² per ogni ettaro di area verde: un
totale di 51 km² di superficie artificiale che si è aggiunto ai 22.895
km² raggiunti nel 2017.
Eppure, a livello globale c’è sempre maggiore accordo sui benefici che
gli spazi verdi possono avere sulla popolazione urbana: minore stress
e quindi miglior benessere psichico, minor rischio di malattie
cardiovascolari e di sindrome metabolica. Il verde urbano potrebbe
anche prevenire il rischio di morte prematura. Secondo il più grande
studio condotto fino ad oggi, vivere entro 500 metri da un’area verde
può essere un fattore protettivo per la salute. I risultati mostrano
che a un aumento del 10% della densità della vegetazione è associata
una riduzione del 4% di morte prematura per tutte le cause.
Giovanna Borrelli, sulla rivista Micron, parla di questo studio –
pubblicato sul Lancet Planetary Health e condotto dall’Istituto di
Barcellona per la salute globale (ISGlobal), in collaborazione con la
Colorado State University e l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) – è il primo del suo genere. Fino a questo momento gli studi
sulle aree urbane verdi hanno analizzato gli effetti sulla salute
umana in uno specifico momento. Il gruppo di ricercatori dell’ISGlobal
ha pensato di concentrarsi invece su studi longitudinali – che seguono
la stessa popolazione per diversi anni. L’analisi ha messo insieme
nove studi che coinvolgono sette paesi (Canada, Stati Uniti, Svizzera,
Cina, Spagna, Australia e Italia) e un totale di oltre otto milioni di
persone osservate per un periodo minimo di 4 anni, fino a un massimo
di 22 anni.
Oggi metà della popolazione mondiale vive nelle città, per questo
secondo i ricercatori dello studio gli interventi per aumentare e
gestire gli spazi verdi urbani dovrebbero essere considerati
strategici per la salute pubblica. La presenza di aree verdi è
associata a una maggiore attività fisica e incoraggia il trasporto
attivo (a piedi e in bicicletta). Ma la presenza di parchi, giardini e
alberi ha effetti positivi anche sulla qualità dell’aria,
sull’inquinamento acustico e sulle “isole di calore” – l’effetto che
crea un microclima più caldo nelle aree cittadine a causa della
presenza di superfici scure, come l’asfalto delle strade e il cemento
degli edifici, che trattengono il calore. Per questo motivo, secondo
l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
(Ispra), la temperatura estiva delle grandi città supera spesso di 2°C
quella delle aree rurali. Gli alberi e la vegetazione possono
diminuire le concentrazioni di inquinanti atmosferici e ridurre
l’anidride carbonica atmosferica.