“Per la tutela e valorizzazione dei manufatti in corallo, è
indispensabile il marchio di qualità regionale. Per questo, è
necessario che le imprese e l’Assessorato Regionale all’Artigianato e
Turismo lavorino per affidare agli artigiani, e di conseguenza alle
lavorazioni, il “Marchio Collettivo Geografico”. La Confartigianato si
sta adoperando affinché questo possa avvenire in tempi brevi”.
Questo è quanto ha dichiarato Stefano Mameli, Segretario Regionale di
Confartigianato Imprese Sardegna, ad Alghero, durante
la tavola rotonda, dal titolo “Ripensare il corallo”, organizzata
dall’Amministrazione Comunale, insieme al Sindaco, esperti di settore
e Confartigianato.
“Questa operazione è fondamentale per promuovere il corallo come
prodotto dell’artigianato sardo d’eccellenza – ha continuato il
Segretario Regionale di Confartigianato - ciò è già avvenuto con
tessitura, ceramica, coltelli, filigrana e altre attività ed è
necessario che avvenga anche per il corallo. Promuovere questi
prodotti significa promuovere i nostri territori, la nostra cultura e
identità”.
“Però dobbiamo ricordare che tali marchi oggi non sono
ancora del tutto operativi – continua Mameli – per questo è necessario
che la Regione si adoperi per riattivarli, certificare gli artigiani
che avevano presentato formale richiesta e rilasciare loro il Marchio
Collettivo Geografico. Questo nell’ottica di una promozione e di un
supporto alle imprese del tipico e tradizionale e, soprattutto, per
evitare che venga sprecato il lavoro che era stato svolto con fatica e
dispendio di risorse economiche”.
Il marchio di tutela di qualità dei prodotti dell’artigianato sardo,
il famoso “Marchio Collettivo” con l’indicazione di qualità
geografica, è stato promosso dall’Assessorato Regionale
all’Artigianato, Turismo e Commercio sin dal 2008. Dopo un lungo
lavoro di ricerca e classificazione dei parametri di qualità, con
particolare riferimento alle tecniche di produzione, che ha portato
alla stesura dei disciplinari, realizzato in collaborazione con gli
artigiani, sette anni fa si è arrivati a un sistema di certificazione
condiviso per 8 lavorazioni artigianali della Sardegna (tessitura,
intaglio, filigrana, ferro battuto, ceramica, intreccio, gioielli e
coltelli).
Da quel periodo, gli artigiani che avessero seguito tali “parametri”,
avrebbero dovuto ricevere il marchio di qualità (Marchio collettivo
geografico) attraverso il quale gli acquirenti avrebbero potuto
riconoscere l’originale prodotto sardo. Il marchio consiste nel
famosissimo cavallino stilizzato, affiancato dal nome “Sardegna”.
Mameli ha ricordato all’Assessore Regionale all’Artigianato Francesco
Morandi, presente alla tavola rotonda, la piena disponibilità di
Confartigianato per costruire e un sistema che, insieme alle imprese
artigiane, valorizzi il prodotto, lo promuova e lo commercializzi.
“In ogni caso – ha concluso Mameli - è necessario riattivare una
politica di recupero anche per settori in via di estinzione come la
cestineria o la lavorazione del rame, solo per citarne alcuni.
Occorrerebbe, come già proposto anni fa, un elenco speciale presso le
Camere di Commercio che consenta alle imprese del settore di non
essere classificate come quelle che producono in serie”.