Perché noi giovani dobbiamo votare?

La politica ci faccia capire

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Ora che le amministrative del 10 e 11 Giugno si avvicinano, le pareti cominciano a colorarsi con gigantografie e frasi ad effetto, mentre le strade ospitano volti che fino ad oggi vivevano letarghi lunghi quinquenni. Da giovane ventunenne, consapevole del mio idealismo, porto un punto di vista volto allo spostamento dell'asse d'interesse dalle sedi dei partiti alla totalità della popolazione, quando in realtà si assiste a un generale allontanarsi dalla politica, soprattutto tra i giovani. Certamente esistono rari casi di appassionati, ma non mi sento di identificare come partecipazione il restante coinvolgimento di ragazzi con il solo scopo di far confluire voti in una lista, senza riguardo per le loro capacità. I candidati di qualsiasi schieramento si scagliano in affermazioni inerenti al sapere cosa e come fare, o in cui si inneggia al doveroso cambiamento per la nostra città, senza mai spiegare ed elencare i segreti di questa misteriosa onniscienza. Ma cosa sta veramente cambiando quando chiedendo per strada “chi voterete?” la risposta più frequente è ancora “voterò il meno peggio”, o peggio ancora “non voterò”? Questo la dice lunga su quanti scoraggiati, ma soprattutto quanti disinformati ci siano; proprio questa disinformazione è il primo dei problemi da risolvere, ma non con il ben noto sistema di favoritismi, o con l'elitario avvicinamento di persone tra le quattro mura di una sede. La politica deve essere una “difesa” di cui tutti possono usufruire, uno strumento che tutti possono comprendere, un impegno in cui il vincitore è tale perché ha conquistato chi non conosce, non chi è già a sua disposizione. Ciò che chiedo è semplice: rendeteci partecipi, scendete nelle vostre piazze e fateci capire cosa avete intenzione di fare; recuperate quel rapporto per cui è vostro interesse non solo il voto dell'elettore, ma quello che pensa, quello che sa. Altrimenti che senso avrebbe garantire un diritto democratico quando non ci viene insegnata la capacità per esercitarlo al meglio? È necessaria più politica, meno marketing politico, solo così si potrà evitare che le elezioni si riducano a una passerella di sorridenti modelli e modelle, che per ottenere acclamazioni fanno conto solo sulla propria apparenza.