“Le perdite subite dalle aziende dei trasporti che oggi devono
rimanere aperte per garantire un servizio pubblico essenziale non
dovranno essere scaricate sui lavoratori che già stanno facendo tanti
sacrifici: ci aspettiamo una sostanziosa copertura economica da parte
della Regione”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della
Uiltrasporti Sardegna William Zonca riferendosi alle aziende dei
trasporti che garantiscono la mobilità nell’isola e i collegamenti con
la Penisola.
“Bisogna agire adesso per poter affrontare il futuro nel
migliore dei modi”.
In particolare, in questo periodo di emergenza le aziende del
trasporto pubblico locale garantiscono il servizio con un numero
dimezzato di corse e un volume di passeggeri irrisorio. Lo stesso
avviene per i collegamenti marittimi con le isole minori in cui le
navi viaggiano semivuote per garantire la mobilità soprattutto in
questo momento emergenziale. Mentre per quanto riguarda i collegamenti
aerei da e per la Penisola è aperto il solo scalo di Cagliari Elmas,
che lavora con un numero minimo di voli e una presenza di passeggeri,
pur mantenendo gli ordinari costi per garantire tutti gli standard di
sicurezza degli aerei, dei passeggeri e l’essenziale manutenzione e
controllo della infrastruttura (Sogaer, società che gestisce lo scalo
cagliaritano, ha annunciato uno squilibrio economico di 510mila euro
al mese).
“Chiediamo alla politica regionale di tutelare le imprese che oggi
garantiscono i trasporti essenziali in Sardegna, affinché nella
ripartenza futura queste non debbano rincorrere le perdite create per
l’operatività imposta a garanzia di tutti: bisogna evitare che queste
aziende scarichino il deficit di questi mesi sui loro dipendenti
magari con provvedimenti diversi dall’attuale cassa integrazione o con
altre modalità che non vogliamo neanche immaginare. Il Governo
regionale – prosegue Zonca - si dovrà assumere l’onere della copertura
economica delle perdite avute da queste aziende per garantire un
servizio pubblico essenziale che in questo momento non è
economicamente sostenibile, andando così a aggiungersi ai
provvedimenti economici messi in campo dallo Stato, in modo da mettere
in sicurezza la continuità aziendale e l’occupazione che non possono
subire ulteriori danni”.