In queste settimane li vediamo intenti ad impartire lezioni e compiti
attraverso le più sofisticate piattaforme telematiche. Di certo anche
maestre, professori, professoresse e maestri non vedono l’ora di
tornare tra i banchi di scuola e vivere la tradizionale programmazione
scolastica a contatto diretto con gli studenti.
E quando il progetto Agitamus imperversava tra le classi dislocate in
tante plaghe dell’isola il corpo docente “invischiato” non si è
sottratto alle richieste di psicologhe e atlete paralimpiche, alla
ricerca di una perfetta integrazione tra le parti coinvolte
nell’iniziativa promossa dal CIP Sardegna grazie all' aiuto della
Regione Sardegna.
Un esempio di come gli insegnanti hanno “obbedito” alle scosse
adrenaliniche emanate da coordinatori e sportivi si è registrato
nell’Istituto Comprensivo Gisellu di Dorgali quando a tenere banco
c’era la ballerina cieca originaria di Oschiri Roberta Pinna,
supportata dalla sorella Eleonora e Cristina Resta, loro allenatrice
presso la DanceOzieri Academy. Insieme hanno animato uno dei tre
cinque moduli previsti dal progetto Agitamus, riservato alle
disabilità sensoriali.
Ad amalgamare il simpatico quadretto c’era la psicologa Giuseppina
Milia, laurea triennale a Cagliari, magistrale a Padova, specializzata
in Psicoterapia Psicoanalitica per l'età evolutiva presso l’A.Ps.I.A.
di Cagliari.
“L'esperienza a Dorgali è stata sicuramente intensa e toccante –
ammette Giuseppina - ma anche divertente e coinvolgente. Per poter
cogliere il senso del progetto è fondamentale riuscire a "mettersi nei
panni di". In questa classe hanno risposto all’invito non solo i
ragazzi ma anche gli insegnanti. Quando Roberta Pinna ha proposto una
lezione di danza ad occhi bendati, anche i prof. Francesco e Giampaolo
hanno tolto le scarpe e messo le bende. E così, tutti insieme, alla
pari, hanno sperimentato quanto sia difficile muoversi al buio e,
soprattutto, quanto si può essere scoordinati! Vero Prof”?
Dopo la prova Francesco e Giampaolo erano molto stanchi, confessa
Giuseppina, ma soddisfatti ed entusiasti. Giampaolo all'inizio era un
po' reticente nel partecipare ma durante la prova si è sciolto,
lasciandosi andare. Francesco era felice ma al contempo dispiaciuto di
non essersi potuto godere l'intera performance di Roberta perché era
bendato.
Ma Giuseppina come ha fatto a convincerli? “E’ stato
sufficiente un "Daiiiiii prof buttatevi! È divertente!" E poi, senza
lasciare molto spazio per le repliche, ho bendato loro gli occhi.
Ovviamente ragazze e ragazzi erano divertiti, sono diventati tutti,
senza distinzioni, alunni di Roberta e Cristina”.
Se non si provano direttamente le sollecitazioni sprigionate da
Agitamus, difficilmente si riesce a realizzare quell’empatia che poi
rimane impressa in tutti i partecipanti e che servirà per tutta la
vita quando ci si relaziona con la disabilità.
“Mentre ballava, Roberta mi ha trasmesso libertà – aggiunge Giuseppina
- una libertà, conquistata con grande fatica, di poter dominare lo
spazio e i movimenti al buio. I ragazzi erano molto curiosi e stupiti
dalle sue parole e dalla sua autonomia. Hanno avuto a mio avviso
maggiore difficoltà nel "sentire" e comprendere appieno il concetto
della fiducia e della responsabilità nei confronti dell'altro. Quando
è stato fatto il percorso a coppie in cui uno indossava una mascherina
e l'altro doveva fare da guida, forse perché vissuto come un gioco, in
alcuni casi la guida entrava poco in empatia con il compagno bendato”.
Nonostante lo stop obbligatorio imposto dalla pandemia, in casa CIP
Sardegna si attende l’ordine dello starter per iniziare l’attività
2020. Si scalpita nel riprendere i comandi dagli uffici purtroppo
deserti di via Grosseto 1 a Cagliari, dove operano la presidente
Cristina Sanna, il vice Simone Carrucciu e la segretaria Mariagrazia
Madrigale. Da quelle scrivanie arriverà l’input all’ideatore e
coordinatore di Agitamus Manolo Cattari che a sua volta si
interfaccerà con le responsabili territoriali Monica Pirina e Oriana
Pistidda e il folto numero di psicologi coinvolti.
Si provvederà quindi all’individuazione delle scuole e degli atleti
paralimpici che racconteranno le loro toccanti storie tra i banchi
scolastici di elementari e superiori, nei vari moduli intitolati
“Conoscersi diversamente”, “Pensare e Comunicare diversamente”,
“Vivere e sentire diversamente”, “Muoversi diversamente”, “Insegnare
diversamente”. Essenziale sarà anche l’interazione con le municipalità
che ospitano le scuole per rendere borghi e città sempre più
accessibili alle persone con disabilità attraverso l’eliminazione
delle barriere architettoniche”.