Secondo album Herbert Stencil: la presentazione a Cagliari, Sassari e Casa Manno ad Alghero (video)

Herbert Stencil
  Dopo il lavoro d’esordio I gelati alla Moda (2015), venerdì 17 febbraio esce 2017, il secondo album dell’artista sassarese Herbert Stencil, prodotto dalla label indipendente Le Officine. Per l’occasione in Sardegna sono state organizzate tre date di presentazione: il 17 febbraio alle 20.30 nel Palazzo Siotto di Cagliari; il giorno dopo, sabato 18 alle 22, nell’Abetone music bar di Sassari, mentre domenica 19 febbraio l’appuntamento è alle 18 nella Casa Manno di Alghero. Anticipato il primo febbraio dal singolo 1977, il disco è un concept album di 32 minuti composto di otto tracce inedite.

   Si tratta di un lavoro totalmente autobiografico che si propone fin da subito frenetico nel cambio di registro all’interno delle canzoni, in linea con il cambio di umore dell’autore, e sempre con il carattere irriverente e l’energia fuori dalle righe che lo contraddistinguono. Il disco è caratterizzato da un uso massiccio di tastiere, sintetizzatori e sequenze elettroniche che accompagnano il protagonista dal 1977 - anno della sua nascita e traccia di apertura, in cui Stencil si trova ancora nel grembo materno - al 2017 - anno attuale e traccia di chiusura - attraverso gli eventi che più hanno colpito e più hanno segnato la sua esistenza: dall’infanzia (Come i robot che giocano a ping pong e Cervello elettronico, rispettivamente seconda e terza traccia del disco), in cui ancora si scopre il mondo vicino, agli anni più vicini (Spiagge velenose, quinta traccia, e La primavera, sesta traccia), dove, con l’occhio disilluso dell’impiegato, ci si trova a descrivere il mondo da un punto di vista intrappolato negli ingranaggi statici del lavoro.

   Registrato in più di un anno da Giuseppe Aledda (che ha curato anche il missaggio e il master) nell’ottocentesco Palazzo Siotto di Cagliari, 2017 è un album che anche da un punto di vista tecnico ha seguito totalmente la dilatata gestazione artistica. Le anime rabbiose, disilluse, romantiche e schizofreniche che si susseguono nelle diverse canzoni, anime in apparenza contrastanti, confluiscono nel lavoro di Herbert Stencil in un risultato all’interno del quale le influenze culturali dell’artista non si fermano ai quarant’anni appena passati, ma arrivano al movimento futurista di inizio XX secolo. La copertina (realizzata da Luisa Gulli) è infatti un voluto omaggio alle grafiche e ai font tipici di quegli anni, così come lo è la visione sociale dei giorni nostri che si rivela dietro la citazione della celebre opera di Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, titolo della settima traccia del disco e secondo singolo in uscita, con un videoclip animato curato dalla giovane scenografa di Brera Alessandra Frau.

   La produzione, coordinata da Francesco Accardo, ha visto il totale coinvolgimento dell’associazione Le Officine e della Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto” (già coinvolte nell’EP A Softer Skin di The Heart & the Void - 2014). Dice Herber Stencil di questo suo nuovo lavoro: “Ho sentito l’urgenza di scrivere un secondo disco per raccontare questi quarant’anni della mia vita. Immaginando la mia esistenza come un vinile, nella prima facciata si percorrono una serie di ricordi riguardanti l’infanzia e l’adolescenza, con flashback che mi sono balzati alla mente improvvisi, scioccanti e piacevoli. Nell’altra facciata si legge la schizofrenica realtà dei giorni nostri, fatti di opportunismo e autoreferenzialità, dipendenze, e pregiudizi. Noi siamo i nemici di noi stessi, e la paura del diverso è il sintomo della scarsa conoscenza di sé. Finiamo per detestarci e utilizziamo le nostre energie alla sfrenata ricerca di oggetti, di cui ci circondiamo.”