Mercoledì 27 novembre alle 11 per le scuole superiori cittadine e alle
20.30 per tutti nell’Auditorium di via Montegrappa va in scena “Non
sposate Otello”, opera di Donatella Sechi ed Emanuele Floris prodotta
dalla compagnia “La corte dei miracoli” e liberamente ispirata a
Shakespeare e al suo “Otello”.
La doppia messinscena chiude la rassegna “Generazione Z a teatro”,
ideata da Arts Tribu, finanziata da Fondazione di Sardegna e sostenuta
da Liceo artistico “Figari” di Sassari, TeatroTabasco, To Be –
Crescita Personale, Il Vecchio Mulino e St. Joseph Music Pub.
Protagonisti sono i ragazzi, la “Generazione Z”, e i loro insegnanti.
Con l’iniziativa Arts Tribu promuove il teatro come forma di
comunicazione, espressione, didattica e socializzazione.
La base è stata la scuola d’arte, sede di laboratori per alunni e
docenti con Valeria Alzari, Luca Losito e Michele Vargiu. L’ingresso
serale costa 10 euro, 8 euro per studenti universitari e gruppi di
cinque o più persone. Il matinée per le scuole costa 5 euro. Dettagli
e informazioni sono disponibili alla mail eventi@artstribu.it o al
numero +393460975646.
In “Non sposate Otello” il dramma shakespeariano diventa
contemporaneo. In un college inglese Desdemona, la migliore allieva
della scuola, si è appena sposata con Otello, il derattizzatore
incaricato di liberare le tubature intasate dai topi. Il preside e il
maestro Cassio approvano l’unione e sperano di ottenere da Otello uno
sconto. Emilia, che insegna letteratura inglese, radical chic
vetero-femminista, intravede i rischi di queste strane nozze.
Nella
storia irrompe un misterioso Incappucciato, che ordisce complotti e
col supporto dei suoi emissari mascherati suscita i sospetti di Otello
sulla fedeltà di Desdemona. L’Incappucciato agisce anche su “Iagooh”,
un social a metà tra Google e lo Iago della storia shakespeariana, e
condiziona i suoi followers, che a loro volta fanno esplodere la
gelosia di Otello con i loro commenti denigratori.
La regia di Donatella Sechi sceglie la chiave grottesca, affidando a
una risata amara il compito di denudare l’ipocrisia maschilista e
paternalistica che impregna la nostra società, interessata dal solo
tornaconto. Per farlo utilizza un plurilinguismo di registri, dalla
recitazione tipica dell’attore mattatore ai siparietti comici, dal
teatro epico alla recitazione sussurrata del sentimento amoroso. Il
ritmo serrato affida al pubblico il compito di scovare le numerose
citazioni, mentre la musica e la danza sottolineano i passaggi
cruciali. Ad animare sul palco i personaggi saranno Massimo Battaglia,
Stefano Galeano, Andrea Garrucciu, Donatella Sechi, Elena Serra e le
ballerine del liceo coreutico “Azuni” per la coreografia di Anna Rita
Fadda e Cristina Tagliaverga. Il disegno luci è di Roberta Battaglia,
scene e costumi di Massimo Battaglia.