Buone notizie per il grano sardo: c'è l'etichettatura di origine

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  Dopo quello per il latte è in dirittura di arrivo anche il decreto per l’etichettatura di origine obbligatoria del grano usato per la pasta. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi giovedì a Firenze durante la manifestazione per l’olio extravergine di oliva promosso dalla Coldiretti, dove ha anche ha rivelato che nel quadro economico del Def, che verrà seguito dalla legge di Stabilità il 15 ottobre, è stato previsto che la parte di Irpef agricola sarà cancellata dal 2017. “Se dopo quello per il latte arrivasse anche questo decreto per il grano sarebbe un grande successo – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -.

  I prodotti made in Italy hanno bisogno di essere tutelati con la trasparenza. Se tutti riportassero in etichetta l’origine faremo dei grandi passi in avanti nel contrastare i falsi che oggi sono i peggiori avversari dei produttori e dei consumatori. Purtroppo oggi un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero ed il consumatore è ignaro di questo al momento dell’acquisto”. Quest’anno il prezzo del grano è crollato, tornando indietro di 40 anni. Nel ’76 il grano era pagato al produttore a 48 mila lire, oggi appena 20 euro (l’anno scorso 30). Crisi che compromette l’agricoltura. La Sardegna, conosciuta come granaio di Roma, e che ancora tra la fine dell’800 e inizio del ‘900 era la seconda Regione in Italia per superficie coltivata a grano con 158 mila ettari.

  Oggi se ne coltiva appena un quarto (meno di 40 mila ettari). Oltre 58 mila ettari (il 60 per cento) si sono persi in 12 anni: nel 2004 la superficie coltivata a grano sfiorava i 100 mila ettari. L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari. Ma sono ben 2,3 milioni le tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero e di queste oltre la metà, per un totale di 1,2 milioni, arrivano dal Canada. Solo nel primo semestre di quest’anno le importazioni nella Penisola sono aumentate del 14 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. “La Coldiretti è in campo a tutti i livelli per difendere il nostro patrimonio agricolo – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –.

  Il nostro è un grano garantito, garantito e certificato. Dal 22 agosto, grazie al decreto del ministero della Salute, c’è anche il divieto, per gli agricoltori italiani, ad utilizzare il glifosate nelle coltivazioni in pre-raccolta. Il problema però rimane perché il divieto non è esteso a quello importato, che arriva da nazioni dove ne fanno ampio uso. Per questo è fondamentale l’etichetta di origine, dare la possibilità al consumatore di poter conoscere e scegliere in modo consapevole il prodotto che compra”. “Come Coldiretti Sardegna – prosegue il direttore – siamo impegnati in diversi progetti per portare la pasta 100 per cento sarda nelle mese. Inoltre è in corso il progetto, in collaborazione con Confcommercio e Confesercenti per portare nelle nostre pizzerie la pizza tutta sarda, dal campo al forno”.