Un fiume di birra artigianale per una grande edizione di UriFest

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  Che l’interesse per le birre artigianali fosse in crescita era cosa nota. Ma il successo registrato nei giorni scorsi a UriFest ha superato decisamente le aspettative. Migliaia di persone hanno partecipato ai festeggiamenti di fronte a un palco con protagonisti d’eccezione.

  Venerdì con i Cordas e Cannas in molti hanno improvvisato un ballo sardo in piazza, e sabato con Marco Ligabue e gli Almamediterranea è stato riconfermato il gradimento. Ma le vere protagoniste sono state le migliori birre sarde artigianali, tutte diverse e con caratteristiche aromatiche uniche. Negli stand sono stati proposti prodotti d’eccellenza come la Dolmen di Uri, Sambrinus di Sassari, Nora di Oliena, Lara di Tertenia, Quattro mori di Guspini e quest’anno da oltremare anche la genovese Maltus Faber. Sfiorati i 3mila litri di consumo.

  Le novità assolute di quest’anno sono state però il convegno con gli esperti e la degustazione guidata con abbinamento gastronomico. In sostanza, si è fatto “cultura della birra”, o meglio, delle birre, come amano dire gli esperti. La risposta è stata straordinaria. Un pubblico numeroso ha dimostrato attenzione e curiosità per gli interventi di Marilena Budroni, Alessandra Del Caro, Costantino Fadda, Roberto Dessanti e Giovanni Antonio Sanna sul futuro del settore.

   Alla tavola rotonda sono intervenuti con entusiasmo il sindaco di Uri, Gennaro Galzerano, il presidente della Camera di commercio del Nord-Sardegna, Gavino Sini, e il consigliere regionale Luigi Lotto, presidente della Commissione regionale Agricoltura. I ricercatori dell’Università di Sassari, i rappresentati dell’Ais e di Rete Sardegna Expo 2015, hanno illustrato le potenzialità per l’intera filiera di produzione.

   Dal punto di vista degli scenari possibili, è emerso che in tutta Italia non vi è una malteria. Quindi neanche in Sardegna, la regione con il più alto consumo pro-capite, che riesce a dare filo da torcere persino alla Germania. Altro aspetto molto seguito è stato lo sviluppo di prodotti destinati ai celiaci, dato che attualmente esiste solo un micro-birrificio in Europa che produce birre artigianali prive di glutine.

  Successo inaspettato anche per la degustazione con abbinamento e scheda d’assaggio, guidata da Tommaso Sussarello e Roberto Pisano. Tutti i biglietti sono andati esauriti. È stata un’esperienza culturale unica e innovativa, capace di elevare nell’appassionato la percezione della qualità. La Dolmen di Uri in questo caso ha dato il meglio di sé presentando i prodotti eccezionali che l’hanno fatta apprezzare in tutto il mondo.

   La Pils, dal gusto amaro e rinfrescante, è stata abbinata con un carpaccio di pesce e verdure. La Blanche, con i suoi sentori di fruttato è stata presentata assieme a fritto di pesce e carciofi. E infine la Ale, coi i suoi aromi impegnativi e avvolgenti, è stata accostata a un’originale panada imbottita con carni di coniglio e melanzane al curry. Finalmente anche la birra, oltre al vino, in particolare quella artigianale, assume un valore importante nell’abbinamento con i cibi.