La nomina della Azienda della salute risveglia l'appetito del centro sinistra

Attilio Dedoni
  “E’ con una certa apprensione che assistiamo al risvegliarsi degli appetiti dei partiti del centrosinistra nelle ore che precedono la nomina del direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute. L’improvvisa iperattività che scuote la maggioranza appena uscita dal torpore delle ferie estive ha già comportato lo slittamento della nomina di ventiquattro ore.

  Non vorremmo che le pressioni che si stanno riversando sulla Giunta regionale finissero per sterilizzare gli effetti di una norma, quella per l’istituzione dell’Azienda sanitaria unica regionale, pensata per sottrarre ai partiti il controllo della sanità sarda”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni. “Non ci interessa il balletto dei nomi, il rincorrersi delle indiscrezioni, lo scontro tra chi vorrebbe un manager proveniente dalla Penisola e chi invece ha qualche candidato locale da sponsorizzare”, prosegue Dedoni.

  “A noi interessa soltanto che il direttore sia estraneo al sistema di sottogoverno dei partiti, che abbia i requisiti necessari per un incarico che richiede un’enorme capacità gestionale e che la scelta venga fatta secondo criteri obiettivi e trasparenti. Il manager dell’Ats dovrà garantire un servizio sanitario adeguato a tutti i territori della Sardegna, a quelli centrali come a quelli periferici, ai grandi centri urbani come alle aree rurali, senza alcuna disparità di trattamento e, nel contempo, razionalizzare il sistema, agendo soprattutto sugli acquisti e sulla gestione del personale, fino a riassorbire l’enorme deficit generato dalle vecchie Asl.

  Per questo non è affatto un buon segno la falsa partenza di ieri, con la riunione dell’esecutivo aggiornata a oggi in seguito all’intervento di alcune forze della maggioranza che contestano l’autonomia della Giunta nella scelta del candidato ideale”. “Allo stesso modo, non lascia presagire niente di buono la proroga degli attuali commissari Asl nel periodo di transizione verso l’Azienda unica”, conclude il capogruppo. “Quello che sembra a tutti gli effetti un regalo al sistema dei partiti rischia di minare alla base il processo di incorporazione delle Asl, allungando sul nuovo regime i tentacoli del vecchio sistema di sottogoverno che ha già trascinato sull’orlo del baratro il bilancio della Regione e che vede ancora le forze della maggioranza intente a giocarsi ai dadi la tunica della sanità, dopo che il corpo è già stato spolpato fino all’osso”.