Confusione a Sant'Anna: "Ma che c’azzecca Laore con Mamuntanas?"

Marco Tedde, Mario Bruno
  Sull’eventualità di un trasferimento del campo rom sui terreni di Mamuntanas, sorge spontanea una domanda: a che titolo Laore potrebbe porre il diniego su questa possibilità se la zona in questione è di proprietà regionale fin dal 1982 e Laore non vanta nessun diritto?

  I terreni in questione sono oggi nella diretta competenza dell'assessorato agli enti locali. La domanda se la pone il consigliere regionale Marco Tedde che a proposito delle tenute agrarie ricorda che in un’interrogazione del luglio 2014 presentata dal gruppo consiliare regionale di Forza Italia, si poneva la questione del futuro utilizzo dei terreni di Surigheddu- Mamuntanas. I consiglieri regionali chiedevano la valorizzazione delle zone in questione, al fine di cogliere le potenzialità di quelle aree per scopi turistici.

  La stessa Laore nel 2009 predispose uno studio denominato “Idee Guida Surigheddu-Mamuntanas Sviluppo Integrato del Sistema Agricolo e Turistico” che, vista la vastità del territorio dell’ex compendio aziendale (1166 ettari di terra fertile), prevedeva la creazione di un’area ricettiva turistica costituita da strutture alberghiere per complessivi 600 posti letto, campo da golf, strutture per il turismo equestre, il canottaggio, il trekking ed altre discipline sportive, e nel contempo aree dedicate all’allevamento del cervo sardo, di bovini e suini e, dal punto di vista agroalimentare, alla coltura di oliveti e produzioni ortofrutticole di vario tipo.

  Lo studio prevedeva che l’azienda venisse affidata tramite bando pubblico a un consorzio di aziende. Nonostante i buoni propositi, oggi l’azienda versa in stato di abbandono. Nella risposta all’interrogazione si afferma quanto già si sapeva ovvero che la Regione Sardegna deliberò la vendita dei compendi agricoli secondo il metodo dell’offerta più vantaggiosa, con la duplice condizione che le proposte avrebbero dovuto rafforzare l’immagine del sistema produttivo agroalimentare del territorio e, contestualmente, valorizzare tutelandole le aree di Surigheddu-Mamuntanas.

  Si fa menzione, inoltre, al fatto che alcune porzioni dei terreni dell’ex azienda agricola furono concesse nel 1992, per un periodo di 29 anni, alla Facoltà di Agraria e Veterinaria dell’Università di Sassari, e all’Istituto Zooprofilattico per 29 anni più ulteriori 50, con un ampliamento di altri 10 ettari. Altre, invece, sono oggetto ancora oggi di occupazioni abusive accertate dal Corpo Forestale e per le quali sono state attivate le procedure di sgombero.

  Oltre a quanto contenuto nella risposta all’interrogazione presentata dal Centro-Destra in Consiglio Regionale che non dice niente circa le attuali intenzioni dell’Amministrazione Pigliaru riguardo al recupero dell’area di Surigheddu-Mamuntanas, è necessario ricordare che le vicissitudini dell’ex compendio agricolo s’intrecciano con quelle della nuova “Sassari-Alghero” la cui costruzione ha imposto l’esproprio di alcuni terreni che hanno per tali ragioni perduto la loro originaria vocazione produttiva.

  Ma tornando alla domanda iniziale, svanita probabilmente anche la possibilità di stabilire il campo rom nella zona Surigheddu-Mamuntanas, Marco Tedde si chiede quale sarà il prossimo passo dell’amministrazione comunale per risolvere il problema della riqualificazione di un area che potrebbe fungere da volano dell’economia algherese?

                                                               Rita Melone