Maria Pia: la bella addormentata - Un groviglio di situazioni ne condiziona qualsiasi ipotesi di utilizzo

Maria Pia, Alghero, Sardegna
  Se c'è una cosa della quale la politica algherese non ha bisogno è la confusione. Ne produce così tanta che potrebbe perfino esportarla ovunque e magari potrebbe rappresentare anche un reddito vista l'abbondanza. Si parla di Maria Pia. La memoria impone una ricostruzione: il piano regolatore generale della città la individua come zona alberghiera ed è in funzione di questa precisa indicazione che un quarto di secolo fa l'allora assessore regionale al Turismo, Martino Lorettu, algherese, decise di realizzarvi il palazzo dei congressi.

   L'impianto doveva dare supporto all'attività ricettiva e in particolare a quella del turismo congressuale nella cosiddetta bassa stagione. Rispetto a oggi occorre fare qualche passo indietro e arrivare alla giunta Baldino che, su condivisione dell'allora presidente della Confindustria sassarese, Stefano Lubrano sulla utilità di investimenti alberghieri a Maria Pia, viene partorito il projet financing concretizzato dalla Europrogetti, società vicina al Ministero delle Finanze, e dal Gruppo Fabbroni. L'idea presentata al consiglio comunale dell'epoca viene bocciata.

  Il progetto ipotizzava la realizzazione di un villaggio di boungalow e i consiglieri ritennero che quel tipo di progettualità non era consona al valore del luogo, compreso tra lo stagno e il mare. Occorreva in quell'area un insediamenti grande qualità, si parlò ripetutamente di alberghi a cinquestelle. Non se ne fece niente fino a quando un gruppo di imprenditori locali, la Due C del geometra Isio Camboni e la Sofingi del gruppo impreditoriale della famiglia Giorico, non entrarono in possesso, acquistandolo evidentemente, del titolo che autorizzava loro la prosecuzione dell'ipotesi progettuale.

   Facendo qualche passo indietro ancora occorre ricordare che l'area di Maria Pia era stata oggetto anche di un piano particolareggiato assegnato all'architetto Lugli. Piano peraltro mai portato alla approvazione. Risulta perfino che l'architetto non abbia mai incassato la parcella. La parte burocratica prosegue negli anni e il consiglio comunale, amministrazione Tedde, all'unanimità ribadisce la volontà che a Maria Pia debbono sorgere alberghi per un turismo di qualità.

   Nel corso della giunta Lubrano ci sarebbero state comunicazioni ufficiali tra l'amministrazione e il gruppo imprenditoriale algherese per mandare avanti i progetti. Percorso che è stato portato avanti e se ne è avuta perfino una frettolosa presentazione a Milano, alla vigilia delle ultime amministrative, in occasione di uno dei tanti eventi annuncio dell'Expo 2015. Ora la partita è aperta, si registrano opinioni diverse in ambito politico, l'amministrazione è alle prese con il piano urbanistico comunale, c'è già stato un incontro con l'architetto Emilio Zoagli che ricevette l'incarico nientemeno che ai tempi della giunta guidata da Carlo Sechi.

   Non è poi secondario il fatto che l'area è interessata da una catena di contenziosi per usucapione, con qualche episodio già consolidato in fase di giudizio, e altre starebbero per nascere. Il futuro di Maria Pia è quindi abbastanza incerto e potrebbe annunciarsi, in caso di diniego, un contenzioso legale milionario visti gli atti ufficiali in possesso del gruppo imprenditoriale che ne detiene il titolo. Ma c'è anche aria di una sorta di compromesso : parco urbano, con servizi, e ricettività alberghiera la meno invasiva possibile.