Alghero: mozione di Enrico Daga e Mimmo Pirisi sul commercio

Enrico Daga, Mimmo Pirisi
È stata protocollata ieri, martedì 16 settembre, la mozione del Partito Democratico, a firma dei consiglieri comunali Enrico Daga e Mimmo Pirisi, con la quale il consiglio impegna sindaco e giunta affinché si individui in tempi rapidi un advisor qualificato di comprovata esperienza e affidabilità, per accompagnare l'amministrazione e gli operatori economici nel rilancio della destinazione Alghero. Le azioni suggerite dalla mozione sono: la realizzazione di un piano di sviluppo territoriale e di marketing urbano e nascita di un Town Center Management ; Costituzione del Distretto Urbano del Commercio; Creazione di una Task Force per assicurare fund raising su progetti finanziati da leggi regionali, nazionali, comunitarie e dare supporto per la sperimentazione di metodiche d'intervento innovative, favorire la predisposizione di atti amministrativi specifici: Realizzazione di un piano di comunicazione ; Realizzare un piano di formazione concordato con gli operatori di settore e predisposizione di strumenti di incentivo e orientamento alle attività. La stagione turistica in corso, che ormai volge al suo termine, ha messo in luce le profonde lacune del Piano Commerciale adottato nel 2007. Già allora – come è possibile verificare dalla lettura dei verbali dei consigli comunali di quell’anno – erano state, da una parte, sottolineate le lacune che questo importante strumento di pianificazione e regolamentazione conteneva, dall’altra, erano stati preventivati gli esiti nefasti di alcune direttive in esso contenute. L’apice di tale distorsione si è manifestata con quella che è stata giornalisticamente chiamata “la guerra dei tavolini”. “Con la direttiva comunitaria sui servizi, la Bolkestain, - afferma l'estensore della mozione, il consigliere comunale Enrico Daga, che fra l'altro è anche il presidente interprovinciale Sassari – Gallura e membro del comitato direttivo nazionale della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi - da una parte il legislatore ha introdotto norme che liberalizzano l'apertura di pubblici esercizi, dall'altra ha mantenuto l’obbligo di autorizzazione rilasciata dai Comuni per le zone soggette a tutela, cioè quelle zone per le quali è consentito di adottare provvedimenti di programmazione delle aperture di pubblici esercizi prevedendo divieti o limitazioni all'apertura di nuove attività, qualora motivi di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità, rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona interessata senza incidere in modo grave sui meccanismi dì controllo, in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità. La necessità di armonizzare il regolamento di concessione nelle aree pubbliche per la somministrazione di alimenti e bevande introducendo criteri che tendano al miglioramento della qualità del servizio – continua Daga – è sempre più impellente. I complessi problemi del commercio, settore portante della nostra economia, non possono essere affrontati con soluzioni empiriche o sperimentazioni fantasiose, ma con un serio approccio tecnico che sappia mutuare le migliori esperienze in atto nel Paese e in Europa”.