La solita grande Alghero nella hit parade del turismo sardo - E' già pienone - Crisi di nervi a Sant'Anna

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  Da oggi e fino al prossimo 20 di agosto la Riviera del Corallo cambia padrone. Agli algheresi viene lasciato il ruolo di spettatori del fenomeno turistico che, fortunatamente, anche quest'anno premia la città catalana e il suo territorio. Ma diventano protagoniste anche le attività ricettive, di servizio, il mondo della ristorazione, il turismo rurale e gli agriturismo.

  Professionalità antiche e nuove che costituiscono una colonna portante dell'economia locale. Tutto come da tradizione. Nell'estate 2014 debutta anche una nuova amministrazione comunale, la corazzata che ha sbaraccato il campo raccogliendo consensi ovunque, nelle sacrestie delle parrocchie, tra i grembiuli delle loggette catalane, un po da sinistra, qualcosa anche dai reduci della destra, quelli appena usciti dalla giunta Cappellacci che probabilmente sono stati determinanti per fare vincere le elezioni al monsignore.

  Tutto nel più severo rispetto delle regole democratiche. Ma torniamo alla calca ferragostana. Crescono i turisti, pienone nelle seconde case, Alghero polo di attrazione con la sua offerta anche by night. Inevitabile quindi anche la crescita dei rifiuti. La società che gestisce il servizi di nettezza urbana non è in grado di fare fronte a questo momento di forte pressione. Non debbono impressionare quindi i cassonetti straccolmi, la differenziata che non viene ritirata, una continua rincorsa per tamponare falle di disservizi che spuntano da tutte le parti, fuori città e nell'area urbana.

   Ma anche questo rovescio della medaglia che si accompagna a un momento economico favorevole per le attività algheresi, fa parte delle regole del gioco. Difficile tenere pulita la città con tanta gente. Per questa ragione non è comprensibile il delirio di onnipotenza dei nuovi amministratori alla ricerca di consenso per lo stato del decoro urbano oggi impossibile per le ragioni già spiegate Questa rincorsa ossessiva a smentire ogni sacchetto, a rintuzzare ogni minimo rilievo adducendo al fatto che la città è stata trovata già sporca.

   Eppure qualcuno di loro ricopriva incarichi di prestigio, ai massimi livelli istituzionali, anche con la precedente amministrazione. E' possibile quindi che il monsignore nei suoi sermoni abbia dimenticato di rappresentare loro la virtù dell'umiltà, della tolleranza e spiegato che quando ci si espone al giudizio elettorale, inevitabilmente, arrivano anche le critiche, i rilievi. Succede anche a Renzi che ha incassato oltre il 40 per cento dei consensi.

  Gli atteggiamenti di isteria, parola che pare derivare dal greco con riferimento esplicito all'utero, che è sempre una fonte di guai, manifestano un alone di lesa maestà che è del tutto immeritato, perchè fino a oggi la città è stata investita da un fiume di parole e promesse. Anche per quanto riguarda la nettezza urbana che, ribadiamo, è una partita estremamente difficile, per chiunque. Ancora più difficile se affrontata in piena estate. Poi c'è il campionario di coglionerie delle ringhiere sui bastioni. Non occorre una specializzazione nella facoltà di architettura della Pivarada per rendersi conto che sono brutte.

  Ma c'è anche una ragione: qualsiasi manufatto venga allestito sulle mura aragonesi non può che provocare un contrasto stridente e quindi un effetto negativo. Soltanto un'opera d'arte può far digerire l'intrusione nella storia. Non si può sostenere infatti che le ultime piazzate sul Lungomare della Torre di San Giacomo siano un bel vedere, come quelle dei bastioni Magellano che costituiscono un autentico calcio ai coglioni per chiunque ci passa davanti.

  Anche in questo caso le critiche sono sacrosante, un po' meno quelle strumentali ,ma è il gioco delle parti. Alle monachelle e ai chierichetti del monsignore vale la pena ricordare che la strada , appena cominciata, è lunga . L'isteria può interrompere il flusso del latte nei decoltè e i sette nani oltre a non avere più niente da succhiare, rischiano di restare senza cappuccino.

                                                                              J.