La politica algherese gioca con il fuoco: la città è in emergenza assoluta nell'indifferenza generale

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  L'aspetto più mortificante di questa incredibile vigilia delle amministrative è l'assoluta indifferenza della classe politica rispetto alla vera e propria situazione di emergenza nella quale si trova la città.

  Una emergenza che apre fronti di disagio ogni giorno ma che alla classe dirigente algherese sembra non interessare. L'imponenza dei problemi lasciati marcire per anni è tale che si dovrebbe sperare nella discesa in campo di autentici superman per porre rimedio al disastro.

  Sarebbe lecito attendersi una presa di responsabilità complessiva, mettere avanti a tutto gli interessi della città, fare una squadra che senza bandiere, ideologie, gagliardetti e puttanate varie, si occupi della marea di problemi che sta affogando Alghero alla vigilia della stagione turistica.

  Si ha invece la sensazione che nonostante la situazione disastrosa non arrivi da nessuna parte un colpo di reni, un rigurgito di onesta intellettuale e di orgoglio di cittadini per gettare nel cesso le vecchie pratiche di questa politica cialtrona e dare risposte alla gente. E di fronte ai problemi che è inutile elencare, si assiste a un balletto di ballerine di quarta fila che non solo non riesce a indicare un sindaco, ma ancora non sa da quale parte andare, a destra o sinistra, al centro, sotto o sopra.

  Alghero si appresta a vivere un evento di portata mondiale, il campionato del mondo di rally nella prima settimana di giugno, e sarebbe stato lecito attendersi una città impegnata al massimo per fare bella figura, per trasferire il valore aggiunto dei riflettori internazionali sulle proprie aziende, sull'immagine di una località turistica.

  Ieri mattina all'inizio di via Catalogna, a 20 metri dai bastioni aragonesi, a una trentina di passi dal porto storico, di fronte ai giardini pubblici, dai cassonetti posizionati sotto una villa, passaggio obbligato per quanti si dirigono in visita verso la città murata, spirava un odore di fogna nauseante, da vomito. Chi aveva l'avventura di transitare da quelle parti si portava la mano al naso e cambiava immediatamente strada. Una vergogna. Altro che rally mondiale.

  La causa ? Semplice: i cassonetti non vengono lavati e disinfettati regolarmente, a Palazzo di Sant'Anna, ormai trasformato in un penoso ambulatorio, non c'è nessuno che controlla, la società che gestisce il servizio, e alla quale sono stati concessi altri sei mesi di proroga, non pare all'altezza del compito. L'odore di fogna è servito. La sensazione più forte, e che ha urgente necessità di essere smentita, e che la classe dirigente algherese non sia in grado di occuparsi seriamente della propria città. Il settimanale satirico Cuore, quanto ci manca, in un numero titolava "I limiti della democrazia: troppi coglioni alle urne".