L'emergenza coronavirus può provocare la negazione del diritto allo
studio per chi non ha accesso alle tecnologie digitali. In Italia uno
studente su otto non è in grado di seguire le lezioni e la didattica a
distanza perché la famiglia non possiede un PC o un tablet. Bisogna
conoscere quale sia il dato nella nostra isola, per fornire le
tecnologie necessarie e aumentare la connettività internet nelle zone
più isolate. È l'appello lanciato dai consiglieri regionali Laura
Caddeo e Antonio Piu del gruppo Progressisti, in una lettera inviata
all'assessore alla Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu.
Nel testo viene sottolineato come sia necessario aggirare i tempi
della burocrazia e trovare un modo per anticipare l'acquisto degli
strumenti informatici, per cui il governo nazionale ha stanziato 70
milioni di euro. Con un occhio particolare alle esigenze degli alunni
con disabilità che soffrono ancora di più per il blocco della
didattica.
Caddeo e Piu spiegano poi come sia fondamentale assicurare la
continuità e l’operatività dei contratti stipulati con gli operatori
del progetto "Tutti a Iscol@", che si trovano a non poter esercitare
la loro funzione e conseguentemente a non poter percepire alcun il
compenso economico previsto.
C'è spazio anche per un riferimento alle
scuole paritarie: è necessario individuare una misura di ristoro
economico che sopperisca al mancato introito derivante dalle rette,
per assicurare la continuità dei contratti dei docenti e degli
operatori che vi lavorano, e garantire anche ai loro studenti
l'accesso alla didattica a distanza. Viene suggerito infine di
adottare una deroga e consentire alle famiglie l'acquisto di materiale
didattico come penne e quaderni per facilitare il lavoro da casa.
«Chiediamo alla Regione di utilizzare gli strumenti di sussidiarietà
offerti dalla Costituzione - concludono Laura Caddeo e Antonio Piu -
per lanciare una rete di protezione sulla scuola sarda. È un momento
drammatico e inedito, e nessuno studente deve essere lasciato solo».