Signore perbene rubavano nei negozi - Arrestato un rumeno

Nuoro, Sardegna
  Nei giorni scorsi la Polizia di Stato della Questira di Nuoro ha arrestato un uomo di nazionalità romena poiché responsabile di furto aggravato e denunciato due donne in stato di libertà , entrambe sessantenni, autrici di furti seriali in diverse attività commerciali nuoresi. In particolare, nella serata del 22 marzo scorso, gli operatori dell’Ufficio Volante di Nuoro, allertati da alcuni passanti, si sono imbattuti in un uomo 37enne, di nazionalità romena, in evidente stato di ubriachezza, tanto da non riuscire a declinare le proprie generalità, sprovvisto di documenti e, per tali ragioni, lo hanno accompagnato in Questura per procedere alla sua identificazione.

  Effettuati i rilievi dattiloscopici, gli operanti hanno rilevato l’esistenza in capo al medesimo di un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Cagliari per furto commesso nel Comune di Quartu S. Elena. Notificato tale decreto, gli agenti hanno tradotto l’uomo presso la locale casa circondariale ove sconterà una pena di 4 mesi di reclusione. Nella stessa mattinata gli uomini della locale Squadra Mobile hanno deferito in stato di libertà alla Autorità Giudiziaria una donna cinquantanovenne per furto. In particolare, la signora, con modalità seriali, da tempo aveva preso di mira un locale negozio di abbigliamento, ove sottraeva il vestiario senza pagare il corrispettivo.

  Questa volta, ad attenderla, fuori dal negozio ha trovato i poliziotti, ai quali ha subito consegnato la refurtiva e restituito la merce rubata nei giorni precedenti. Ancora nella mattinata del 22 marzo . gli operatori delle Volanti hanno denunciato un’altra signora, stavolta sessantenne la quale, dopo aver richiesto al commesso di un negozio nuorese del pesce per un importo di 50 euro, ha occultato la merce nella sua borsetta non pagando il corrispettivo alle casse. L’immediato allarme inviato alla locale Questura ha consentito agli operatori delle volanti di fermare la ladra all’esterno del negozio. In entrambi i casi le autrici dei furti non erano donne bisognose di procurarsi cibo e vestiti in maniera illegale.