Summit a Gavoi sulla peste suina africana

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  La guerra per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, condotta in questi mesi dalla Giunta Pigliaru, ha coinvolto ieri a Gavoi uno spaccato importante del mondo veterinario regionale. Oltre cento veterinari si sono incontrati in una lunga giornata di lavori sui temi: “Condizionalità, anagrafe, benessere animale e sicurezza alimentare: ruolo e responsabilità del veterinario pubblico” organizzata dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e dal Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica.

  Il confronto di ieri è un altro significativo passo in avanti nel cammino intrapreso dall’Esecutivo regionale quasi due anni fa. Passaggio importante anche alla luce della delibera approvata lo scorso agosto, dove di fatto si permetterà, per l’ultima volta, a chi detiene suini irregolari di riemergere e di allevare nel rispetto delle regole senza andare incontro a una sanzione di circa 10mila euro. Gli irregolari, secondo una nuova interpretazione della legislazione nazionale da parte del Ministero della Salute - il cui rappresentante, Luigi Ruocco, ha partecipato attivamente all'incontro di Gavoi - potranno di fatto insediarsi e dare avvio a un’impresa impegnandosi a rispettare la normativa e le prescrizioni impartire dai servizi veterinari, e pagando a questo punto una multa di poco più di 400 euro dovuta alla mancanza di uno storico sanitario dei propri animali.

   I maiali irregolari saranno quindi sottoposti ai controlli, verranno abbattuti quelli malati e messi in quarantena gli altri. Nella finestra di regolarizzazione aperta dalla Regione fra giugno e novembre 2015 ben 439 soggetti hanno fatto richiesta di regolarizzazione. Fra questi 269 provenivano da Nuorese e Ogliastra. “L’eradicazione non si può avere senza il coinvolgimento attivo di professionisti che abbiano sia le competenze tecniche, ma anche la capacità di dialogare con gli allevatori con un confronto costante”. Così l’assessore della Sanità, Luigi Arru, presente alla tavola rotonda finale, che ha poi aggiunto: “Ci aspettano due anni strategici nella lotta contro la PSA. L’obiettivo deve essere comune. Non esiste la Regione, le ASL da una parte e dall’altra gli allevatori.

  È un lavoro che si fa e si deve fare tutti insieme”. “L’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana, costituita ad hoc dalla Regione per debellare il virus dei suini, sta funzionando. Per la prima volta le istituzioni parlano una voce sola e lavorano fianco a fianco. La volontà politica della Giunta c’è tutta e il più determinato è il presidente Pigliaru. Dagli assessorati della Sanità, Agricoltura e Ambiente alle Agenzie regionali Laore e Forestas, dal Corpo forestale e di Vigilanza ambientale ai Servizi veterinari, e, naturalmente, l'Istituto Zooprofilattico della Sardegna, siamo tutti in prima linea”.

  Questo l’inizio dell’intervento del direttore generale dello Zooprofilattico, Alberto Laddomada, che rivolgendosi ai veterinari ha aggiunto: “Capisco non sia facile confrontarsi tutti i giorni con gli allevatori che, nonostante rispettino le regole, devono fronteggiare numerosi ostacoli e restrizioni conseguenti al persistere della malattia. E capisco come sia ancora più difficile affrontare il mondo degli irregolari. Ma stavolta non siamo soli. Lavoriamo bene e con convinzione e sconfiggiamo questa epidemia”. Una iniezione di ottimismo e positività quella lanciata da Laddomada per rafforzare il morale dei veterinari. Un ottimismo che parte dai risultati portati a casa in questi anni. “Al di fuori delle zone caldissime di determinati territori nel Nuorese e nell’Ogliastra, si è sempre riusciti a tenere la PSA sotto controllo e alla fine a eradicarla – ha spiegato il direttore generale dell’Izs della Sardegna -.

  Questo obiettivo è stato infatti già centrato in tante altre zone della Sardegna. Per risolvere definitivamente il problema dobbiamo tuttavia arrivare al nocciolo, duro dove ancora si alimenta l’epidemia. E ci stiamo arrivando. Manteniamo l’impegno di controllare tutti gli allevamenti – ha concluso Laddomada – abbattiamo tutti i suini infetti e teniamo sotto osservazione gli allevamenti fino a quando non saremo sicuri che il virus sia stato definitivamente eradicato.” Misure del programma di eradicazione. Il programma straordinario 2015-2017 per l’eradicazione della PSA si muove su più direttrici. Si parte dall’informazione e la formazione degli allevatori, e quindi al miglioramento dei livelli di biosicurezza dell'azienda, fino al controllo della malattia in ogni allevamento. Dalla lotta ai maiali detenuti illegalmente, senza alcun rispetto delle norme sanitarie, al pascolo brado che favorisce la diffusione della malattia.

  Dai controlli rafforzati sulla filiera suinicola alle misure specifiche per l’eradicazione del virus nei cinghiali. E poi il supporto finanziario regionale, previsto per esempio dalla Misura 14 sul benessere animale, di cui però beneficeranno solo gli allevatori regolari, che rispettano le norme. Passaggio centrale nell’attività di eradicazione riguarda la formazione e l’informazione da fare fra gli allevatori sulle nuove norme di biosicurezza e sul benessere animale. La Sardegna è infatti la prima realtà in Europa ad avere un programma per il benessere dei suini approvato da Bruxelles. Un risultato raggiunto dopo lunghe interlocuzioni fra l’assessorato dell’Agricoltura e l’Unione europea. Le risorse messe in campo su questa Misura, nel periodo 2014-2020, vanno oltre i 50milioni di euro.

  Incentivi importanti sono presenti in altre 9 Misure, sempre del Programma di Sviluppo rurale, dove l’impegno pubblico arriva fino all’80% di finanziamento a fondo perduto. I corsi di formazione e informazione sono affidati all’Agenzia regionale Laore che alle classiche ore d’aula affiancherà anche l’assistenza tecnica nelle aziende. “Le attività – ha detto Daniela Sardo, di Laore – partiranno con gli sportelli che apriremo nelle prossime settimane negli 11 Comuni maggiormente investiti dal virus o considerati ad alto rischio”. Questi i Comuni interessati: Arzana, Benetutti, Bono, Bultei, Desulo, Irgoli, Orgosolo, Pattada, Seui, Talana e Villagrande. “La formazione dei cacciatori – ha osservato Sardo – è invece un’attività che svogliamo da diversi mesi e che si concluderà il prossimo 31 ottobre. A oggi abbiamo organizzato oltre 50 incontri nei territori formando oltre 3mila cacciatori”.

  Con la determinazione approvata ieri, 23 settembre, dall’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana si riaprono i termini per il censimento dei cacciatori nelle sole zone bianche (quelle non interessate dal virus). Saranno quindi accolte tutte le domande presentate, dai soggetti interessati a censirsi per la caccia al cinghiale nella stagione venatoria 2016-2017, oltre il termine del 15 luglio e fino al prossimo 7 ottobre. I cacciatori che non risulteranno iscritti entro tale data non potranno partecipare alla prossima stagione di caccia al cinghiale. Al 31 marzo 2016, secondo la Banca Dati Nazionale (BDN), in Sardegna erano presenti 175.508 capi suddivisi in 17.447 aziende suinicole. Fra queste, anche alcune centinaia di aziende registrate nel 2015 nel quadro della lotta all’allevamento irregolare. Secondo una stima, sarebbero fra i 3 e i 4mila i suini bradi detenuti illegalmente, mentre la popolazione regionale di cinghiali è stimata in circa 75mila capi.