Vertice in Prefettura sull'emergenza ebola

Prefettura di Sassari, Sardegna
  L’esperienza maturata in questi giorni in Sardegna, dove si è dovuto gestire per la prima volta un caso di ebola sin dall’insorgere dei primi sintomi, potrà essere utilizzata per affinare il protocollo nazionale e di conseguenza per migliorare quello regionale.

   È stato sottolineato durante il vertice di oggi in Prefettura a Sassari con l’assessore della Sanità Luigi Arru, il prefetto di Sassari Salvatore Mulas, i commissari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Giuseppe Pintor e della Asl 1 Agostino Sussarellu, convocato per fare il punto della situazione sulla gestione del cooperante sardo che, tornato dalla Sierra Leone dove aveva lavorato come volontario per Emergency, si è ammalato di ebola. Durante il vertice è emerso che la macchina dei soccorsi per la gestione dell’emergenza ebola a Sassari ha funzionato complessivamente bene e ha garantito sin dal primo momento la massima tutela del paziente, della famiglia, degli operatori e non ultima della salute pubblica.

   Per quanto riguarda la mancanza della barella a biocontenimento, biobag, è stato sottolineato che il protocollo nazionale prevede che comunque l’Aeronautica Militare arrivi a destinazione a prelevare il paziente dotata del biobag e che utilizzi quello per il trasporto del paziente nei due centri, lo Spallanzani a Roma e il Sacco a Milano, individuati dal protocollo nazionale per le cure. “Infatti la mancanza della barella a biocontenimento non ha condizionato le operazioni di soccorso – spiega l’assessore Arru – Abbiamo però deciso di dotarci comunque di due barelle, una a Cagliari e l’altra a Sassari, per ulteriore prudenza”.