Amaro confronto nel disagio sociale: "quelli" del Bellavista di Fertilia

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  Il grande clamore suscitato nella nostra città dallo sgombero del campo Rom e dal conseguente trasferimento di undici di queste famiglie in altrettanti fra appartamenti e bed and breakfast ha messo portato alla luce la difficile situazione degli occupanti dell’Hotel Bellavista di Fertilia.

  Quattro donne e un uomo, un tredicenne e una bambina di soli due anni e mezzo hanno fatto di quel luogo la loro casa. Una casa, però, senza luce né acqua. Non chiedono la luna, ma solo la possibilità di rendere quel posto un luogo vivibile, in cui non perdere la propria dignità. “Siamo cittadini algheresi, ma solo sulla carta. Nessuno ci aiuta, siamo abbandonati a noi stessi”- dice Sara Govoni-“ Sappiamo che per i Rom esistono dei fondi ad essi destinati, ma a noi? Chi ci ascolta? Chi ci aiuta? Abbiamo perso la fiducia nelle Istituzioni, non ci resta che chiedere aiuto e ascolto al Vescovo, vorremmo che venisse a vedere come viviamo!”.

  “Il cibo non manca e quando è poco i bambini hanno la precedenza. Per noi l’importante è che almeno loro abbiano la pancia piena! L’inverno senza riscaldamento, però, è duro da passare. Non si può andare avanti con le candele (quando ci sono) per avere un po’ di luce e con i bidoni dell’acqua presi da una condotta per l’irrigazione per lavarsi. Non possiamo neppure usare un aerosol per curare i bambini contro un raffreddore! Non abbiamo più parole da esprimere. Anche la questione Rom ci ha disarmati completamente. Non chiediamo l’impossibile, ma almeno la possibilità di avere luce e acqua a disposizione.

  Sappiamo che non possiamo aspirare a un alloggio popolare, sarebbe un miracolo, ma per noi già rendere vivibile questo luogo sarebbe una piccola vittoria”. “Per noi è un incubo”- dice Debora- “Siamo stati dimenticati da tutti! Persino il Natale è stato un giorno come gli altri, anche se non abbiamo rinunciato a un piccolo albero di Natale che ci desse l’apparenza di un giorno di festa. Un albero di Natale, ma con le lucine spente!”. Chiunque senta la necessità, nel proprio piccolo, di dare un contributo a queste persone lo può fare recandosi direttamente all’Hotel Bellavista di Fertilia. Al momento necessitano di bombole del gas per scaldarsi, batterie per auto per avere un minimo di illuminazione, lenzuola, coperte, pannolini e generi alimentari. Non chiedono un aiuto economico. Non avranno una casa, ma la dignità non l’hanno ancora persa!

                                                                          Rita Melone