Volontari sardi nella Liguria alluvionata: "Qui sono arrivati massi dentro le case”

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 "Appena abbiamo messo piede in questo piccolo paese della Liguria ci siamo subito resi conto che avevamo di fronte una tragedia molto diversa da quella che ha colpito la nostra città - ci racconta uno dei "Volontari Liberi di Piazza di Spagna, Olbia" -.

  Da noi la devastazione è stata prodotta da fango e acqua, qui, invece, dentro le case sono arrivati massi enormi. Ci ha scioccato vedere muri spazzati via come fossero di cartapesta!". La rovina di paesi come quello di Montoggio, comune di duemila abitati in provincia di Genova, ha impressionato il piccolo gruppo di volontari partito venerdì scorso da Olbia, via Porto Torres, con beni di prima necessità alla volta della Liguria. "Nessuno vuol credere che veniamo dalla Sardegna - dice un altro volontario -. Ci hanno accolto con grande generosità.

   Rispetto alla nostra alluvione di acqua e fango, qui vengono giù le colline che franano fin dentro i paesi. E' spaventoso vivere con questa spada di Damocle puntata fissa sulle popolazioni". Raccontano di paesi irraggiungibili, di case isolate in mezzo ai boschi, di enormi frane che si sono infilate tra le vie e le strade. Gli olbiesi hanno subito preso contatto con il sindaco di Montaggio, Mauro Fantoni e, coordinati dal funzionario Susanna Ricci, si sono messi immediatamente a disposizione. Durante la loro permanenza hanno operando anche con la Croce Rossa territoriale il cui responsabile, guarda caso, è un un volontario sardo.

  "Se la tipologia del disastro ha origine diverse - aggiunge uno dei volontari - la dignità di questa popolazione è assolutamente identica a quella della nostra gente. Assistiamo alla stessa orgogliosa reazione e la voglia di ripartire prima possibile, è palpabile. Inutile sottolineare che anche qui, come ad Olbia lo scorso anno, sono i giovani e gli studenti che sono sempre in trincea. Gli angeli del fango è una parte insostituibile del nostro popolo ed è comune a tutte le genti”. Il loro rientro è previsto per domani mattina.

                                                                         di Mauro Orrù