Giovedì la conclusione del congresso nazionale della Caritas

Mons. Cesare NOSIGLIA
  “Di fronte alla ‘deriva dell’umano’ solo dal basso può partire una reale innovazione, capace di creare arene concrete di corresponsabilità e di contribuzione, dove la cittadinanza sia praticata in modo attivo e creativo”.

  Così ieri Chiara GIACCARDI, parlando della povertà come sintomo, metodo, profezia, ha evidenziato come "il welfare può tornare a essere un luogo di innovazione sociale” solo se si potenzia la membrana intermedia e vitale della vita sociale, fatta di relazioni, famiglie, territori, comunità. “La chiesa locale – ha concluso - dimostra di essere un laboratorio che sa sperimentare in questa direzione, avendo a cuore non l'efficienza, ma l'umano”.

  Questa mattina l’intervento S.E. Mons. Cesare NOSIGLIA ha proiettato i partecipanti verso il Convegno ecclesiale nazionale del 2015 a Firenze, “In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”. Un umanesimo capace di quell’atto di amore che – come ricorda il Papa nell’Evangelii Gaudium al n. 199 - ci permette di apprezzare il povero nella sua bontà propria, col suo modo di essere, con la sua cultura e il suo modo di vivere la fede. Solo così si potrà accompagnare ogni povero nel cammino della sua liberazione e questo renderà possibile che egli si senta a casa sua nella comunità cristiana.

   “Credo - ha evidenziato Mons. Nosiglia - che con queste indicazioni potremo recuperare la novità dell’umanesimo di cui ci parla il Convegno, perché altrimenti l’annuncio di Gesù Cristo, che pure è la prima forma di carità che dobbiamo assicurare ad ogni uomo, rischia di affogare in un mare di parole e di buoni pensieri e propositi”. Poi il confronto ha allargato lo sguardo oltre i confini italiani, con la tavola rotonda “Con il Vangelo nel centro dell'Europa”, moderata da Lorena BIANCHETTI.

  Sono intervenuti S.E. Mons. Youssef SOUEIF, arcivescovo di Nicosia e presidente di Caritas Cipro e Jorge NUÑO MAYER, segretario generale di Caritas Europa. L’arcivescovo ha sottolineato come le sfide odierne richiedano un intervento rapido e organico da parte dell’Unione Europea e dei governi di ogni paese. “Anche la Chiesa - ha aggiunto - è chiamata a dare il suo contributo in particolare al livello dei valori affinché si recuperi la dimensione umana e comunitaria del progetto europeo, finora sacrificata alla dimensione economica con effetti che constatiamo ogni giorno, nelle nostre parrocchie e nelle nostre Caritas diocesane”.

  Mayer ha ricordato che Caritas Europa è costituita da 49 Caritas Nazionali, presenti in 46 paesi ed “è in Europa per portare la vostra esperienza delle parrocchie, dei progetti, dei centri, delle diocesi e portare i valori cristiani al cuore delle istituzioni europee e influenzare le decisioni negli ambiti della politica sociale, dell’immigrazione e dei richiedenti asilo, come anche delle politiche di sviluppo”. Un esempio è il Rapporto sulla Crisi recentemente pubblicato da Caritas Europa che ha avuto un forte impatto presso le istituzioni europee. Le Caritas di Italia, Cipro, Grecia, Spagna, Romania e Irlanda hanno contribuito a descrivere in che modo la crisi colpisce la gente, evidenziando alcune tendenze comuni di impoverimento.

  In serata è previsto un momento di accoglienza articolato in stand, a cura delle Caritas della Sardegna, dal titolo “Attraversiamo l’isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità”. Chiuderà i lavori giovedì 3 aprile mons. Francesco SODDU, direttore di Caritas Italiana, cercando di riassumere i ricchi stimoli che emergeranno dal confronto e di indicare piste di lavoro per proseguire il cammino comune. Diretta streaming dei momenti assembleari su www.caritas.it