“L’emergenza Covid-19, come noto, ha esposto il personale sanitario a
rischio infettivo e l’FSI-USAE è stata da sempre vicino alle
problematiche contingenti che interessano i professionisti della
sanità per rivendicare con forza il diritto delle professioni
sanitarie alla dignità, alla qualità del lavoro, alla giusta
retribuzione e ad essere considerati una risorsa per il paese e non
una zavorra” spiega una lettera inviata al Governatore della Sardegna,
On. Solinas, all’Assessore alla Sanità, dott. Nieddu, al Presidente
del Consiglio Regionale, On. Pais e al Presidente della Commissione
Sanità, Dott. Gallus.
“I professionisti della sanità, maltrattati, bistrattati e
sottopagati, arrabbiati, sfruttati, oggi hanno sete di giustizia
sociale. Questa Organizzazione Sindacale, in uno spirito di grande
collaborazione che la situazione richiede, non può esimersi
dall’esprimere che per anni la sanità è stata utilizzata come un
“bancomat” dallo Stato per fare altro e i lavoratori sono quelli che
hanno pagato il prezzo più alto, il notevole aumento del rischio
clinico, sia per il personale sanitario che per i pazienti, il
peggioramento delle condizioni di lavoro, le pochissime risorse
destinate alla valorizzazione delle competenze che potessero premiare
il merito e la professionalità. Lo Stato ci ha rubato buona parte del
passato, ci stanno condizionando il presente non vogliamo che ci
depredino il futuro”.
“Pur riconoscendo le difficoltà organizzative, di fronte a tutte le
problematiche che comporta una pandemia, la situazione richiede misure
straordinarie e la massima attenzione, tant’è che il legislatore non
ha mai consentito di abbassare il livello di sicurezza dei lavoratori
esposti al rischio infettivo, persone che a loro volta potrebbero
diventare portatori del contagio. All’interno delle strutture
sanitarie oramai non è più possibile differenziare chi è stato esposto
da chi no. Il personale medico, tutti i sanitari ed il restante
personale potrebbero essere fonte di infezione”.
“La FSI-USAE esprime preoccupazione per quanto sta accadendo negli
ospedali: medici, infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di
radiologia, tecnici della prevenzione, tecnici della riabilitazione,
oss, ausiliari, ed autisti soccorritori del 118 assicurano
giornalmente un servizio di qualità e soprattutto senza il
corrispettivo stipendiale dovuto dal governo perché non proporzionato
all’elevata responsabilità e rischio di contagio”.
“Per quanto sopra esposto riteniamo decisivo il vostro interessamento,
con la vostra autorevole azione politica auspichiamo che il, signor
Governatore, metta in cima alle sue priorità un’azione di
sensibilizzazione verso il Consiglio regionale affinché vari subito il
decreto che premi gli operatori sanitari attraverso l’erogazione
secondo quanto previsto, come già avvenuto in altre Regioni”.
“Dal D.L.17 marzo 2020, n. 18, art. 1 (Finanziamento aggiuntivo per
incentivi in favore del personale dipendente del Servizio sanitario
nazionale) a cui sono stati stanziati per la Regione Sardegna
20.600.786 di euro (Tabella A).
1.
Per l’anno 2020, allo scopo di incrementare le risorse destinate
alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del
personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio
sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attività; di
contrasto alla emergenza
epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19, i fondi
contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica e
sanitaria dell’ area della sanità e i fondi contrattuali per le
condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto sanità
sono complessivamente incrementati, per ogni regione e provincia
autonoma, in deroga all’ articolo 23, comma 2, del decreto legislativo
25 maggio 2017, n. 75, dell’ importo indicato per ciascuna di esse
nella tabella di cui all’ allegato A che costituisce parte integrante
del presente decreto”.
“2. Per l’ attuazione del comma 1 è autorizzata la spesa di 250
milioni di euro a valere sul finanziamento sanitario corrente
stabilito per l’ anno 2020.
Al relativo finanziamento accedono tutte
le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in deroga
alle disposizioni legislative che stabiliscono per le autonomie
speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento
sanitario corrente, sulla base delle quote d’ accesso al fabbisogno
sanitario indistinto corrente rilevate per l’ anno 2019 e per gli
importi indicati nella tabella di cui all’ allegato A”.
“3. Per le finalità di cui all’ articolo 1, commi 1 lettera a) e 6,
del decreto legge 9 marzo 2020, n. 14, è autorizzata l’ulteriore spesa
di 100 milioni di euro, a valere sul finanziamento sanitario corrente
stabilito per l’ anno 2020, nei limiti degli importi indicati nella
tabella di cui all’ allegato A”.
“Tale provvedimento rappresenterebbe un riconoscimento nei confronti
dei professionisti coinvolti in questa emergenza sanitaria e nel
contempo consentirebbe di eliminare una sperequazione di trattamento
esistente tra le diverse Unità Operative attualmente impegnate con
livelli di rischio infettivo praticamente sovrapponibili”.
“Questa Organizzazione Sindacale propone alla Regione Sardegna di
predisporre, a partire da febbraio, per ogni giorno di presenza in
servizio la corresponsione di un premio di solidarietà forfettario di
50 euro e 30 euro, a seconda della complessità assistenziale, come
indennità “regionale” rischio Covid-19. Sarebbe una boccata d’ossigeno
e un aiuto concreto all’economia regionale in genere”.
“In un momento in cui tutta l’Italia è impegnata a far fronte ai
problemi della pandemia, la questione economica, pur non
rappresentando una problematica principale, sarebbe recepita
positivamente dai
professionisti sanitari, in quanto una misura dedicata a coloro che
sono esposti al rischio infettivo, a
differenza del c.d. premio una tantum di 100 euro erogato dal Governo
a tutti i lavoratori, provvedimento discutibile pensato per il
sostegno al reddito, i cui esiti però, come intuibile, saranno
praticamente ininfluenti sull’economia delle famiglie, falcidiate
dalle difficoltà per il taglio dei servizi a causa della pandemia”.
“Tale provvedimento farebbe seguito alle tante belle parole che, però,
da sole non bastano. Un segno tangibile e molto concreto per premiare
lo sforzo incredibile a cui si sta sottoponendo tutto il personale
sanitario e amministrativo, senza dimenticare i rischi che tutti i
dipendenti quotidianamente stanno correndo per la mancanza dei presidi
sanitari di base, come le mascherine. Lo Stato deve difendere, una
volta per tutte, gli operatori sanitari perché rappresentano un bene
comune, per la tutela della salute dei cittadini in cerca di aiuto e
di cure”.
La nota è sottoscritta dalla Segretaria Regionale , Beatrice Mura,
dalla Segretaria Confederale, Mariangela Campus, dai Segreteri
Territoriali, Vito Langiu e Luciano Sitzia , e dai componenti il
Coordinamento Regionale, Oscar Campus , Fabio Medda, Massimo Puddu e
Marco Pulisci.